lunedì 1 febbraio 2016

Labirinti virtuali

LABIRINTI VIRTUALI



Non è tanto che pubblico i miei racconti su Facebook e sul mio blog. È da un mese e mezzo che ho deciso di far conoscere al mondo la mia parte creativa e devo dire che più volte mi è sembrato di essere entrata in un complicato labirinto. I social sono degli strumenti importanti per gli scrittori emergenti e più mi ci addentro e più mi rendo conto di quanto diventi importante per uno scrittore trovare la propria specifica strada in mezzo al groviglio di vicoli che intasano la rete.

I gruppi su Facebook sono un’invenzione straordinaria per diffondere ciò che uno scrive, ma anche qui è necessaria la bussola per non perdere la rotta. Spesso le persone si muovono all’interno di tali spazi virtuali come se fossero a casa propria, senza leggere i regolamenti e senza preoccuparsi di cosa postano. Gli amministratori si ritrovano, come carabinieri, a tener testa alla pubblicazione selvaggia e spesso il loro lavoro è complicato e pesante. Ecco che si finisce nello scrivere lunghi regolamenti e nel considerare spam tutto ciò che esce da un sito o un blog esterno al gruppo, come se tutto fosse in vendita e tutto fosse un prodotto.

Io cerco sempre di leggere i regolamenti del gruppo e ho molto rispetto per il lavoro degli amministratori; nonostante ciò a volte mi perdo. Non riesco a star dietro ai gruppi che definiscono giorno per giorno ciò che uno può pubblicare e credo di non comprendere l’utilità di inserire nell’arco della settimana un momento di “spam libero” perché il più delle volte ciò si riduce ad una serie di post pubblicitari che pochi leggono.


Mi piacerebbe ragionare con voi sul concetto di spam. Se uno apre un gruppo che parla di libri e lettori, è spam se io ti propongo un mio racconto? Il più delle volte quello che scrivo non ha nessun riferimento pubblicitario e soprattutto non è in vendita. È un racconto e nulla più. Nel mio blog, per scelta, non sono presenti elementi pubblicitari esterni, quindi non ci sono fonti di guadagno. Certo, ti sto dicendo che scrivo e che se vuoi leggere gli altri racconti mi fa piacere, ma non ti sto vendendo niente. Perché il mio racconto deve essere postato solo nel giorno dello spam libero?

Un po’ di giorni fa mi è capitato di aprire la bacheca di un gruppo su cui avevo postato un mio racconto. Era il giorno della settimana in cui si poteva pubblicare ciò che si voleva, e ho iniziato a scorrere le varie pubblicazioni degli altri utenti. Il mio racconto nuotava in mezzo a molte immagini di uomini mezzi svestiti e in pose osé. Ho rimosso immediatamente il mio post e credo che non pubblicherò più in quel gruppo.

Credo che sia importante fare una distinzione: se pubblico un estratto del mio romanzo allora sto facendo pubblicità, ma se ti regalo un racconto solo perché amo scrivere e vorrei che tu lo leggessi, non ti sto proponendo un prodotto.

Dopo un mese e mezzo arrivo a questa mia conclusione: io non considero spam i miei racconti e li posterò solo nei gruppi che la pensano come me e che li possano apprezzare.


Diventa fondamentale per me scegliere una strada ben definita e percorrerla con rispetto e dedizione. Rispetto che devo a me stessa, agli amministratori di un gruppo e soprattutto ai miei lettori.

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