LABIRINTI VIRTUALI
Non
è tanto che pubblico i miei racconti su Facebook e sul mio blog. È da un mese e
mezzo che ho deciso di far conoscere al mondo la mia parte creativa e devo dire
che più volte mi è sembrato di essere entrata in un complicato labirinto. I social sono degli strumenti importanti per
gli scrittori emergenti e più mi ci addentro e più mi rendo conto di quanto
diventi importante per uno scrittore trovare la propria specifica strada in
mezzo al groviglio di vicoli che intasano la rete.
I
gruppi su Facebook sono un’invenzione straordinaria per diffondere ciò che uno
scrive, ma anche qui è necessaria la bussola per non perdere la rotta. Spesso
le persone si muovono all’interno di tali spazi virtuali come se fossero a casa
propria, senza leggere i regolamenti e senza preoccuparsi di cosa postano. Gli
amministratori si ritrovano, come carabinieri, a tener testa alla pubblicazione
selvaggia e spesso il loro lavoro è complicato e pesante. Ecco che si finisce
nello scrivere lunghi regolamenti e nel considerare spam tutto ciò che esce da
un sito o un blog esterno al gruppo, come se tutto fosse in vendita e tutto fosse
un prodotto.
Io
cerco sempre di leggere i regolamenti del gruppo e ho molto rispetto per il
lavoro degli amministratori; nonostante ciò a volte mi perdo. Non riesco a star
dietro ai gruppi che definiscono giorno per giorno ciò che uno può pubblicare e
credo di non comprendere l’utilità di inserire nell’arco della settimana un
momento di “spam libero” perché il più delle volte ciò si riduce ad una serie
di post pubblicitari che pochi leggono.
Mi
piacerebbe ragionare con voi sul concetto di spam. Se uno apre un gruppo che
parla di libri e lettori, è spam se io ti propongo un mio racconto? Il più delle volte quello che scrivo non ha
nessun riferimento pubblicitario e soprattutto non è in vendita. È un racconto
e nulla più. Nel mio blog, per scelta, non sono presenti elementi pubblicitari
esterni, quindi non ci sono fonti di guadagno. Certo, ti sto dicendo che scrivo
e che se vuoi leggere gli altri racconti mi fa piacere, ma non ti sto vendendo
niente. Perché il mio racconto deve essere postato solo nel giorno dello spam
libero?
Un
po’ di giorni fa mi è capitato di aprire la bacheca di un gruppo su cui avevo
postato un mio racconto. Era il giorno della settimana in cui si poteva
pubblicare ciò che si voleva, e ho iniziato a scorrere le varie pubblicazioni
degli altri utenti. Il mio racconto nuotava in mezzo a molte immagini di uomini
mezzi svestiti e in pose osé. Ho rimosso immediatamente il mio post e credo che
non pubblicherò più in quel gruppo.
Credo
che sia importante fare una distinzione: se pubblico un estratto del mio
romanzo allora sto facendo pubblicità, ma se ti regalo un racconto solo perché amo
scrivere e vorrei che tu lo leggessi,
non ti sto proponendo un prodotto.
Dopo
un mese e mezzo arrivo a questa mia conclusione: io non considero spam i miei
racconti e li posterò solo nei gruppi che la pensano come me e che li possano
apprezzare.
Diventa
fondamentale per me scegliere una strada ben definita e percorrerla con
rispetto e dedizione. Rispetto che devo a me stessa, agli amministratori di un
gruppo e soprattutto ai miei lettori.
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