DOVE VANNO A FINIRE I CALZINI #9
RIASSUNTO PUNTATE PRECEDENTI
Pinco e Pixi sono due calzini. Trascorrono le loro giornate su uno scaffale girevole in un negozio di abbigliamento. Dialogano tra loro attraverso il filo di plastica che li unisce. Un giorno la porta del negozio si apre e lo scaffale inizia a girare. Una grande mano afferra i due calzini, accidentalmente rompe l'etichetta che li teneva legati. Pixi viene messa in una borsa e portata via. Si ritrova in una nuova casa, con altre calze una diversa dalle altre. All'improvviso Pixi viene catturata da una grande mano, indossata nel piede destro, la musica parte e la danza ha inizio. Pixi viene travolta da queste nuove sensazioni, inizia a sentirsi leggera e ad un certo punto si lascia andare, lasciandosi travolgere dal ritmo delle note.
EPISODIO 9
CHIACCHIERICCI FASTIDIOSI
Nei giorni seguenti non pensai mai a Pinco, il suo ricordo si infilò in un angolo nascosto della mia mente e per un po’ non gli diedi più attenzione. La mia vita era ormai scandita dalle sessioni di ballo, dai lavaggi in lavatrice e dalle ore trascorse stesa al sole a recuperare le forze.
Il mondo che mi circondava era strano e talvolta scaltro. Tra le calze c’era una competizione estrema e ognuna di loro faceva di tutto pur di essere scelta. Il più delle volte però i loro sforzi si perdevano in litigi in cui inutilmente cercavano di capire quale fosse la più bella. In bagno c’era sempre un chiacchiericcio fastidioso. I rossetti e gli ombretti parlavano in continuazione, cercando di essere sempre aggiornati sugli ultimi pettegolezzi. Gli scaldamuscoli erano gli unici maschi presenti in un mondo di femmine e si aggiravano sul pavimento, mettendo in risalto i loro pettorali. I loro discorsi erano inconsistenti e maschilisti e mi annoiavano a morte.
All’inizio cercai di fare amicizia: provavo a partecipare alle discussioni delle altre calze, spettegolavo con i trucchi e sorridevo agli scaldamuscoli. Presto mi resi conto però che nessuno di essi mi interessava davvero e smisi di cercare la loro attenzione. Divenni solitaria e silenziosa e tutti i miei sforzi si rivolsero verso un unico obiettivo: ballare e volare sempre più in alto.
Ballare era una sensazione indescrivibile: quando danzavo mi sentivo leggera, mi dimenticavo di tutto e di tutti, la mia mente si svuotava e io mi lasciavo andare, mi sentivo incantata e rapita; il mio corpo si liberava da ogni inibizione e iniziava a muoversi libero al ritmo delle note.
Quando la musica finiva venivo buttata sul pavimento ed era lì che riprendevo fiato e che mi addormentavo esausta, senza neanche avere la forza di sognare.
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