Pinco e Pixi sono due calzini. Trascorrono le loro giornate su uno scaffale girevole in un negozio di abbigliamento. Dialogano tra loro attraverso il filo di plastica che li unisce. Un giorno la porta del negozio si apre e lo scaffale inizia a girare. Una grande mano afferra i due calzini e li mette in un cestinetto con una gonna viola e una collana di perle. Tutti si mettono a urlare spaventati. Sul nastro trasportatore, Pinco cerca di scappare saltellando giù. Ad un certo punto però la grande mano lo afferra, accidentalmente rompe l'etichetta che lo teneva legato a Pixi e Pinco si ritrova da solo per terra. Pixi viene messa in una borsa e portata via. Pinco si ritrova solo. Ad un certo punto da un buco nel muro sbuca un coccodrillo. Pinco si spaventa, ma poi guardandolo bene si accorge che non era un vero coccodrillo, ma un calzino a forma di coccodrillo. Il nuovo arrivato si presenta: si chiama Drillo e non sembra molto pericoloso. Drillo mette in guardia Pinco del pericolo che stanno correndo: gli Acarix potrebbero catturarli e a quel punto sarebbe la fine; devono assolutamente nascondersi.
EPISODIO 8
-MAGLIUS-
Drillo iniziò a
tremare di paura. Io mi avvicinai e a bassa voce gli dissi:
«Ci sarà pure
qualcosa che possiamo fare no?»
«Qualcosa sì, ma
mi fa troppa paura!»
«E cosa sarebbe
questa cosa che ti spaventa così tanto?»
«Dovremmo
attraversare tutta la stanza e andare a parlare con Maglius, il saggio. Vive
sulle montagne degli scaffali e sicuramente potrebbe darci un buon consiglio e
forse potrebbe anche sapere dov’è finita Pixi.»
«Aspettiamo
perché io ho paura ecco perché!»
Riflettei un
attimo in silenzio e poi presi Drillo per un lembo di stoffa e lo trascinai
fuori dalla scatola. Ci ritrovammo di nuovo nel negozio e una luce verde
illuminava la stanza, rendendo l’atmosfera alquanto spettrale.
«Da che parte
dobbiamo andare?» chiesi.
Drillo tremava.
Con un piccolo movimento mi indicò la direzione da seguire e iniziammo a incamminarci
nel silenzio più tetro.
La montagna degli
scaffali era un promontorio che si estendeva al di là del bancone. Passammo
vicino a delle camicie addormentate e Drillo mi fece segno di non svegliarle. Proseguimmo
senza parlare ed iniziammo ad arrampicarci sulla collina, tenendoci saldamente
al legno del mobile. La salita era faticosissima, i miei muscoli si tendevano quasi
allo spasmo ogni volta che dovevamo passare da un piano all’altro. Man mano che
salivamo c’era sempre meno ossigeno nell’aria e io mi sentivo girare la testa,
come una trottola impazzita. Arrivammo alla sommità dello scaffale con il
fiatone e fu in quel momento che lo vidi. Seduto su un piedistallo c’era un
essere strano. Il corpo sembrava formato da tante maglie ripiegate e gli occhi
si nascondevano dietro un paio di occhiali. Mi avvicinai di un passo e lui
alzò la testa e mi squadrò dalla testa ai piedi.
«Chi osa
disturbare il mio sonno profondo?» disse con una voce tonante.
Io balbettai il
mio nome e Drillo si nascose dietro di me facendo spuntare solo il naso.
«Piacere!» disse
facendo rimbombare la sua voce in tutto il negozio.
Maglius si tolse
gli occhiali e i suoi occhi erano limpidi e chiari, così profondi da dare la
sensazione di potercisi tuffare.
Io mi rilassai e
aprii la mia mente lasciandolo entrare. Lui sondò i miei pensieri e mi lasciò
la risposta alle mie domande tra le trame intricate della mia mente.
«Possiamo andare»
dissi a Drillo dopo un tempo che mi sembrò lunghissimo.
«Andare? Ma sei
fuori? Non gli hai ancora chiesto niente.»
«Fidati, amico,
io so dove dobbiamo andare.»
Drillo mi seguì durante
la discesa, guardandomi con sospetto e circospezione.
Io pensavo al
viaggio che mi aspettava e nel segreto della mia mente mi chiedevo se sarei
stato in grado di affrontarlo. Avevo paura ma decisi di non dare ascolto alle mie emozioni.
Dovevo ritrovare Pixi e l’avrei fatto a qualsiasi costo.
Sta diventando un epic fantasy calzinico. Mi piace.
RispondiEliminaQuesta storia mi sta prendendo. Chissà magari sarà il mio prossimo romanzo :-)
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