«Ho trentadue anni e vivo da solo. Nella mia vita, per adesso, non mi sono uniformato a nessun canone. Non sono sposato e non ho neanche una ragazza. Forse penserai che sia matto ma ad un certo punto bisogna rendersi conto che il futuro dell’uomo non è già scritto e di fronte a noi non c’è solo una via possibile ma tante. A volte, bisogna avere il coraggio di andare controcorrente e di spezzare gli schemi che ci sono imposti dal sistema; è folle la nostra società, ti inculca il sacro dovere di produrre sempre di più, fa passare come un tuo diritto il fatto di sprecare il tempo libero di fronte alla tv, o leggendo storielle d’amore che non ti lasceranno mai niente. Un uomo si deve sposare, deve avere dei figli e deve lavorare quando in realtà ci sono moltissime altre vie. Crescere, per me, significa staccarsi da un modo di pensare incentrato sull’avere e avvicinarsi all’essere: cercare la libertà, l’indipendenza, la ragione critica, rinnovarsi, espandersi, amare, camminare con le proprie gambe. È molto facile restare dove siamo, perché conoscere ciò che abbiamo ci dà sicurezza. L’ignoto è pericoloso, imprevedibile e fa paura. Cerchiamo di scavarci una nicchia in questo mondo sicuro e ci aggrappiamo alle cose che abbiamo come ad una stampella e questo ci dà l’illusione di non potercela fare da soli. La gente teme la libertà; in questi anni ho cercato di affrontare questa paura e mi sono allontanato dalla consuetudine; ho iniziato a difendere il mio spazio cercando di conquistare gradi di libertà sempre maggiori.»
«Questo non ha implicato un po’ di solitudine?»
«Inevitabilmente sì, ma siamo tutti un po’ soli, non credi?»
-LA CASA TRA LE NUVOLE-
Di Laura Moscato
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