QUANDO LE PAROLE NON VENGONO
A
volte vorrei riuscire a parlare con la stessa semplicità con cui scrivo. Solo
che spesso le parole si ingarbugliano nella mia mente e ciò che esce è solo un
riflesso lontano di quello che vorrei esprimere. È la velocità della
discussione a fregarmi.
Quando
scrivo scelgo le parole con attenzione e ho l’opportunità di cancellarle se non
rispecchiano esattamente l’emozione del momento. Quando parlo invece non posso farlo e spesso
rimango impigliata nelle trame dei miei pensieri e ciò che esce fuori è solo l’immagine
sbiadita di quello che provo.
“Esistono sempre tre discorsi dietro ad ognuno
dei discorsi che faccio: quello in cui mi sono esercitata, quello che ho
realmente fatto e quello che avrei voluto fare.” (Cit Dale Carnegie)
A
volte osservo le persone, vedo la loro spontaneità nell'esprimersi e mi chiedo
quale sia il loro segreto. Io invece mi sento inciampare nel discorso e il più
delle volte quello che vorrei dire mi viene in mente quando ormai non posso
più dirlo. Riesco ad esprimermi con semplicità solo con alcune persone, solo
con quelle che hanno imparato a conoscermi davvero.
Ci sono in me “frasi che fanno i primi passi
come i bambini e poi ricadono, e frasi che attraversano il tempo e lo spazio
come uccelli migratori.” (Cit. Fabrizio Caramagna)
Quando mi siedo davanti a un computer la mia
mente invece si rilassa e si concede il tempo necessario per esprimersi in modo
efficace. Accarezzo i tasti e accedo
alle mie emozioni, senza perdermi nei miei labirinti interiori. La scrittura
mi permette di riconoscere le parole che sono serrate dentro di me, è la chiave
per allentare le mie porte segrete ed è l’opportunità per aprirmi al mondo. La
mia voce a volte è un sussurro, ma diventa un canto se si imprime sulla carta.
Vi
saluto con questa citazione che mi ha permesso di guardarmi con più indulgenza:
“Tra ciò che penso,
ciò che voglio dire, ciò che penso sia, ciò che dico, ciò che voi desiderate
capire, ciò che intendete, ciò che comprendete… ci sono dieci possibilità che
ci siano difficoltà di comunicazione. Ma proviamo comunque…” (Cit. Bernard
Werber)
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