venerdì 11 marzo 2016

Dove vanno a finire i calzini #13

DOVE VANNO A FINIRE I CALZINI




RIASSUNTO DELLE PUNTATE PRECEDENTI

Pinco e Pixi sono due calzini. Trascorrono le loro giornate su uno scaffale girevole in un negozio di abbigliamento. Dialogano tra loro attraverso il filo di plastica che li unisce. Un giorno la porta del negozio si apre e lo scaffale inizia a girare. Una grande mano afferra i due calzini e li mette in un cestinetto con una gonna viola e una collana di perle. Tutti si mettono a urlare spaventati. Sul nastro trasportatore, Pinco cerca di scappare saltellando giù. Ad un certo punto però la grande mano lo afferra, accidentalmente rompe l'etichetta che lo teneva legato a Pixi e Pinco si ritrova da solo per terra. Pixi viene messa in una borsa e portata via. Pinco si ritrova solo. Ad un certo punto da un buco nel muro sbuca un coccodrillo. Pinco si spaventa, ma poi guardandolo bene si accorge che non era un vero coccodrillo, ma un calzino a forma di coccodrillo. Il nuovo arrivato si presenta: si chiama Drillo e non sembra molto pericoloso. Drillo mette in guardia Pinco del pericolo che stanno correndo: gli Acarix potrebbero catturarli e a quel punto sarebbe la fine; devono assolutamente nascondersi. L'unica soluzione per ritrovare Pixi è scalare le montagne degli scaffali e andare a parlare con il saggio Maglius. I due intraprendono l'impresa e si ritrovano davanti al saggio. Maglius parla nella mente di Pinco il quale visualizza la soluzione e si accinge a metterla in atto. Drillo, titubante, decide di seguirlo nel sentiero sotto al letto.

EPISODIO 13
-IL SENTIERO OSCURO-


Il letto comparve di fronte a noi con tutta la sua imponenza. Un piccolo sentiero partiva dal tappeto e si inoltrava sinuoso nel buio. Un brivido mi percorse la schiena e io mi fermai atterrito ad osservare quel buco nero che tutto inghiottiva. Drillo iniziò a tremare e le sue pupille si dilatarono per il terrore.
«Io non so se ce la faccio, Pinco.»
«Anch’io sono terrorizzato, ma non possiamo fermarci qui. Abbiamo qualcuno da ritrovare.»
Drillo mi guardò negli occhi e io vi scorsi un luccichio strano: avevamo uno scopo da perseguire e ciò ci rendeva diversi da tutto quello che eravamo stati prima. Fu in silenzio che decidemmo di allontanarci dal mondo conosciuto; ci inoltrammo sul sentiero, lasciandoci consapevolmente inghiottire dal buio.

Dopo i primi minuti, i nostri occhi iniziarono ad abituarsi al buio e io mi ritrovai a guardarmi intorno, incerto sulla direzione da prendere. L’aria era rarefatta e si faticava a respirare. Ad un certo punto una grossa palla rotolò vicino a noi e Drillo mi strinse convulsamente la mano:
«Quei cosi che rotolano sono gli Acarix. Se ci prendono è finita» mi disse Drillo con un sussurro.
Cercai di riflettere con lucidità, serrando la paura in un angolo nascosto della mia mente. Ebbi ad un certo punto la sensazione di staccarmi dal corpo e di osservare la situazione dall’alto. Quei palloni enormi di polvere erano sparsi su tutta la superficie e continuavano a rotolare in ogni direzione. Vagavano per un po’ e poi si ammucchiavano in un angolo perdendo consistenza.
«Non sembrano interessati alla nostra presenza. È come se qualcosa li attirasse in quell’angolo» dissi tra me e me. Drillo non fece caso alle mie parole e continuò a tremare. Io mi strofinai gli occhi e cercai di guardare il più lontano possibile. Fu a quel punto che la vidi. Era solo un puntino luminoso, ma la sua forma era inconfondibile:
«Drillo, dobbiamo correre in quella direzione. La in fondo c’è una porticina. Si vede la luce oltre il buco della serratura.»
Il mio amico mi fece un cenno con la testa e mi prese per mano. Iniziammo a correre, cercando di arrivare a quella piccola porta il più velocemente possibile. Il nostro movimento generò un mulinello d’aria e tutta la polvere nell’angolo si spostò all’improvviso e iniziò ad inseguirci.

3 commenti:

  1. Hai ragione questa storia ha molte sfaccettature ...Mi piace uscire fuori dalle categorie! :-)

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  2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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