giovedì 10 marzo 2016

Il diritto di annoiarsi

IL DIRITTO DI ANNOIARSI



L’altro  giorno al lavoro mi è capitato di fermarmi e di osservare quello che i bambini stavano facendo. L’attività programmata era saltata e loro stavano giocando, gestendosi liberamente il tempo. C’erano bambini coricati per terra che ridevano, una bimba camminava sulle piastrelle blu del pavimento, i suoi occhi brillavano ed era totalmente concentrata nel suo sogno ad occhi aperti:  sembrava un’equilibrista su un filo. C’era chi giocava a un gioco in scatola, chi scriveva il suo diario segreto e chi svolgeva i compiti assegnati per il giorno dopo. Tutti si gestivano liberamente il loro tempo e per combattere la noia davano spazio alla loro fantasia.

I bambini sono sempre incasellati in mille attività che gli adulti hanno scelto per loro. Mi chiedo se questo sia giusto. Credo però che tutti abbiano il diritto di annoiarsi, anche i più piccoli. È proprio quando uno non sa cosa fare che dà sfogo alla sua creatività e crea  scenari fantasiosi che lo fanno  viaggiare lontano senza compiere un passo.

“La società del cento per cento non prevede mai momenti di noia, la società dei consumi propone sempre nuovi rimedi. La noia è una di quelle emozioni che molti genitori tendono a voler evitare ai figli, nella convinzione che sia pericolosa, che il tempo debba essere produttivo, che si debba sempre essere efficienti, anche nel gioco. Eppure la noia è fondamentale per sviluppare una vita interiore, per reimpostare la propria ricerca di scopi, per stimolare l’esplorazione e risvegliare il desiderio. La funzione della noia è di segnalarci che dobbiamo cercare altri stimoli, che abbiamo bisogno di nuovi scopi o di trovare nuovo interesse negli scopi presenti.”
-Michela Fogliani, Alberto Pellai-

“Una certa capacità di sopportare la noia è quindi indispensabile per avere una vita felice, ed è una delle cose che si dovrebbero insegnare ai giovani. Tutti i grandi libri hanno dei capitoli noiosi, e tutte le grandi vite hanno avuto dei periodi non interessanti.”
-Bertrand Russell-

 Che cosa voglio fare? Cosa voglio costruire? Dove voglio andare? Sono domande che uno non dovrebbe mai smettere di farsi.

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