IL DIRITTO DI ANNOIARSI
L’altro giorno al lavoro mi è capitato di fermarmi e
di osservare quello che i bambini stavano facendo. L’attività programmata era
saltata e loro stavano giocando, gestendosi liberamente il tempo. C’erano
bambini coricati per terra che ridevano, una bimba camminava sulle piastrelle
blu del pavimento, i suoi occhi brillavano ed era totalmente concentrata nel
suo sogno ad occhi aperti: sembrava
un’equilibrista su un filo. C’era chi giocava a un gioco in scatola, chi
scriveva il suo diario segreto e chi svolgeva i compiti assegnati per il giorno
dopo. Tutti si gestivano liberamente il loro tempo e per combattere la noia
davano spazio alla loro fantasia.
I
bambini sono sempre incasellati in mille attività che gli adulti hanno scelto
per loro. Mi chiedo se questo sia giusto. Credo però che tutti abbiano il diritto di annoiarsi, anche i più piccoli. È proprio
quando uno non sa cosa fare che dà sfogo alla sua creatività e crea scenari fantasiosi che lo fanno viaggiare lontano senza compiere un passo.
“La
società del cento per cento non prevede mai momenti di noia, la società dei
consumi propone sempre nuovi rimedi. La noia è una di quelle emozioni che molti
genitori tendono a voler evitare ai figli, nella convinzione che sia
pericolosa, che il tempo debba essere produttivo, che si debba sempre essere
efficienti, anche nel gioco. Eppure la noia è fondamentale per sviluppare una
vita interiore, per reimpostare la propria ricerca di scopi, per stimolare l’esplorazione
e risvegliare il desiderio. La funzione della noia è di segnalarci che dobbiamo
cercare altri stimoli, che abbiamo bisogno di nuovi scopi o di trovare nuovo
interesse negli scopi presenti.”
-Michela Fogliani, Alberto Pellai-
“Una certa capacità di
sopportare la noia è quindi indispensabile per avere una vita felice,
ed è una delle cose che si dovrebbero insegnare ai giovani. Tutti i grandi
libri hanno dei capitoli noiosi, e tutte le grandi vite hanno avuto dei periodi
non interessanti.”
-Bertrand Russell-
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