Pinco e Pixi sono due calzini. Trascorrono le loro giornate su uno scaffale girevole in un negozio di abbigliamento. Dialogano tra loro attraverso il filo di plastica che li unisce. Un giorno la porta del negozio si apre e lo scaffale inizia a girare. Una grande mano afferra i due calzini e li mette in un cestinetto con una gonna viola e una collana di perle. Tutti si mettono a urlare spaventati. Sul nastro trasportatore, Pinco cerca di scappare saltellando giù. Ad un certo punto però la grande mano lo afferra, accidentalmente rompe l'etichetta che lo teneva legato a Pixi e Pinco si ritrova da solo per terra. Pixi viene messa in una borsa e portata via. Pinco si ritrova solo. Ad un certo punto da un buco nel muro sbuca un coccodrillo. Pinco si spaventa, ma poi guardandolo bene si accorge che non era un vero coccodrillo, ma un calzino a forma di coccodrillo. Il nuovo arrivato si presenta: si chiama Drillo e non sembra molto pericoloso. Drillo mette in guardia Pinco del pericolo che stanno correndo: gli Acarix potrebbero catturarli e a quel punto sarebbe la fine; devono assolutamente nascondersi. L'unica soluzione per ritrovare Pixi è scalare le montagne degli scaffali e andare a parlare con il saggio Maglius. I due intraprendono l'impresa e si ritrovano davanti al saggio. Maglius parla nella mente di Pinco il quale visualizza la soluzione e si accinge a metterla in atto.
EPISODIO 12
-LE PERPLESSITÀ DI DRILLO-
Drillo mi seguì titubante, guardandomi come se fossi matto. Io cercai di non badare ai suoi occhi sconcertati e proseguii nella direzione indicatami da Maglius.
«Sì, ma… dove stiamo andando?»
«Vieni.»
«Sì ma… perché ci siamo arrampicati sugli scaffali per poi andarcene senza parlare al saggio?»
Non risposi.
«Sì ma… io non so se ho ancora voglia di seguirti. E poi perché dovrei farlo. Io quasi non ti conosco. Per quanto ne so potresti essere un killer, o peggio un matto, o peggio un sognatore senza nessun contatto con la realtà. Magari ci fermiamo un attimo e mi spieghi. Oppure, guarda, io mi fermo qui e tu vai e le nostre strade si dividono. Allora va bene facciamo così. Io me ne torno nella mia scatola e il nostro viaggio insieme termina qui. Ok?»
Fu a quel punto che mi fermai e lo guardai negli occhi:
«Drillo, il saggio mi ha parlato nella mia mente e mi ha spiegato che se voglio raggiungere Pixi devo attraversare i diversi mondi paralleli e arrivare alle cascate di schiuma. C’è una porticina sotto al letto e bisogna passare di lì.»
«Ecco lo sapevo che si finiva lì. No. Guarda io passo. Sotto al letto è pieno di polvere e gli Acarix sono da ogni parte. È stato bello conoscerti ma… io ritorno nella mia scatola!»
Detto questo Drillo si girò e fece un po’ di passi nella direzione opposta. Fu a quel punto che gli dissi ciò che per lui contava di più:
«La tua compagna Tigre è passata di lì. Non l’hanno fatta prigioniera. Se n’è andata da sola.»
Drillo si fermò immobile:
«Come fai a sapere che la mia compagna si chiamava Tigre? No, aspetta! Fermati! Vengo anch’io! Aspettami!»
Drillo incominciò a seguirmi e per riuscire a starmi dietro smise di parlare. Io sorrisi tra me e me, felice di non dover affrontare quel viaggio da solo.
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