mercoledì 13 gennaio 2016

Una nuvola nel bosco


UNA NUVOLA IN UN BOSCO
Racconto di Laura Moscato 



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Oggi vi propongo un racconto che ho scritto con i bambini del servizio educativo che gestisco all'interno della O.N.L.U.S. Lenci. Questa storia è per loro ed è grazie a loro che è nata. I bambini sono la mia primaria fonte di ispirazione e ogni giorno di più mi rendo conto di quanto sia emozionante e illuminante il mio lavoro da educatrice. Detto questo, buona lettura miei cari amici!
Scritto e illustrato in collaborazione con i bambini del servizio SP.AG.O., gestito dalla O.N.L.U.S. Lenci 
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C’era una volta una nuvola che si chiamava Clio e viveva nel paradiso delle nuvole; era nata da poco, in un mattino d’estate. Ogni giorno veniva accarezzata dal vento e i raggi del sole la scaldavano facendola volare in alto. Tutto intorno a lei era perfetto e sempre uguale a se stesso. 


Clio era una nuvola ancora piccolina e aveva tanta voglia di giocare. Il problema è che nessuno poteva giocare con lei: le altre nuvole erano troppo impegnate a far piovere sulla terra, gli aerei erano sempre di fretta e gli uccellini si spaventavano quando si avvicinava. 
Un giorno, Clio si annoiava e cercò di specchiarsi nel sole, si inclinò un po’ troppo e… 
SBANG … CADDE GIÙ.

Un po’ ammaccata e ripresasi dallo spavento si guardò intorno. Si trovava in un bosco fittissimo, i tronchi degli alberi si innalzavano fino al cielo, un pungente profumo di pino l’avvolgeva e il cinguettio degli uccellini sembrava rimbalzare da una chioma all’altra.
La nuvola provò a saltare per tornare in cielo ma si sentì troppo pesante e non riuscì a spiccare il volo. Ci riprovò tre volte mettendoci sempre più forza, ma riuscì a sollevarsi solo di pochi centimetri e poi ritornò inevitabilmente a terra. Stanca e provata iniziò a vagare nel bosco e, ad un certo punto, non vedendo alcuna via d’uscita, si mise a piangere. 
All’improvviso sentì delle voci in lontananza procedere proprio nella sua direzione. Dopo pochi minuti comparvero quattro coniglietti che non si accorsero nemmeno della sua presenza perchè erano intenti a discutere. 
«Perché non usiamo due alberi come porta da calcio?» disse uno dei quattro.
«L’ultima volta che abbiamo fatto così abbiamo litigato tutto il tempo. Gli alberi sono troppo lontani e non si riesce mai a capire se abbiamo fatto goal oppure no.»
«Allora usiamo dei rametti e ce ne costruiamo una», disse un altro.
«Così poi non abbiamo il tempo di giocare. Tra un’ora dobbiamo andare via con mamma».
Clio incuriosita si avvicinò e chiese:
«Vi posso aiutare?»
Un coniglietto la guardò e un po’ sconcertato le disse:
«Se sai come costruire una porta da calcio … »
«Posso farla io. Riesco ad assumere la forma che voglio. Mi basta trattenere il fiato!»
I coniglietti soppesarono la sua risposta e decisero di provare questa soluzione.
La nuvola si posizionò tra due alberi e cercò di rendersi più compatta possibile. I coniglietti si divisero in due squadre e tutti avrebbero cercato di fare goal nella nuvola. La partita ebbe inizio e i partecipanti iniziarono a giocare con entusiasmo, cercando di vincere a tutti i costi. Tutte le volte che il pallone entrava nella rete, pezzi di nuvola si attaccavano al pallone e poi volavano in cielo, liberi e leggeri. Clio non ci fece caso perché si era totalmente immersa nella partita e nelle dinamiche di gioco. 
Dopo un’ora i coniglietti smisero di giocare e accettarono un bel pareggio.
Stanchi e provati ringraziorono la nuvola:
«È stata la più bella partita che abbiamo fatto da parecchio tempo. Grazie a te non abbiamo litigato e non abbiamo perso tempo. Quando avrai voglia di giocare con noi, ci troverai qui. D’accordo?»
La nuvola accettò l’invito e chiese ai coniglietti se potevano aiutarla:
«Vorrei tornare a volare in cielo, ma non riesco a sollevarmi perché sono troppo pesante.»
«Prova a salire sulla collina», disse uno dei coniglietti, «lassù c’è più vento e magari è più facile.»
Clio salutò i coniglietti e proseguì verso la collina.


Ad un certo punto, si imbattè in un gruppo di talpe che stavano iniziando a giocare a nascondino e chiese loro se poteva giocare con loro. 

Le talpe accolsero benevolmente la sua richiesta e iniziarono a correre nel prato alla ricerca di un nascondiglio. Immediatamente le talpe si accorsero che giocare con la nuvola era molto più bello. Se si nascondevano vicino a lei sembrava di essere nella nebbia e nessuno le trovava.
Si divertirono tutti un mondo e presi dal gioco non si resero conto del fatto che quando correvano a fare tana, il movimento dell’aria faceva staccare dei pezzetti di nuvola che leggeri volavano subito in cielo. 
Dopo un bel po’ di tempo, le talpe si sedettero sul prato e ringraziarono la nuvola per aver giocato con loro: si erano proprio divertite.
La nuvola chiese anche a loro se potevano aiutarla a tornare in cielo e le talpe le dissero di provare a chiedere al gufo che si trovava sulla collina. Clio decise di ascoltare anche il loro consiglio. 
Le salutò e proseguì il suo viaggio verso la direzione indicatagli.



Prima di arrivare sulla sommità della collina, si imbattè in un gruppo di castori che si rincorrevano vicino ad un fiume. Stavano giocando a “ce l’hai” e dato che quello era sempre stato il suo gioco preferito, decise di fermarsi un po’ con loro. I castori e la nuvola iniziarono a rincorrersi e ogni volta che Clio toccava un castoro, un pezzetto di nuvola si attaccava al braccio dell’animale e non appena questo ricominciava a correre si staccava, librandosi nel cielo. Tutti erano attenti a non farsi prendere e nessuno si accorse di questo particolare fatto, neanche Clio.
Dopo una mezz’ora di gioco, si sedettero tutti nel prato, ridendo per il bellissimo gioco che erano riusciti a fare.
«Giocare con te, Clio, è più bello! Il terreno vicino a te diventa scivoloso ed è un vero spasso cercare di non cadere!» disse un castoro rivolgendosi alla nuvola.
«Anch’io mi sono divertita molto» aggiunse Clio «e spero di tornare presto a trovarvi. Ma adesso devo andare sulla collina. Sto cercando un modo per ritornare a volare in cielo.»
«Sulla collina ci sono molte correnti d’aria, sono sicura che ce la farai!» le disse fiduciosa uno dei castoro.

Dopo un’altra ora di cammino, la nuvola arrivò finalmente sulla sommità della collina e si guardò intorno alla ricerca del saggio gufo. Lo vide appollaiato su un ramo della grande quercia e si avvicinò subito, chiedendogli consiglio.
Il gufo soppesò la sua richiesta e poi le disse:
«Hai già provato a saltare?Magari è più semplice di quello che pensi!»
«Ho già provato, ma non riesco a sollevarmi, sono troppo pesante!» rispose Clio.
«Pesante? A me sembri sottile, sottile.»
La nuvola si guardò e si accorse di essere molto più piccola rispetto a quando era arrivata nel bosco. Giocare con gli animaletti non solo le era servito per dimenticare per un po’ la sua tristezza, ma l’aveva resa anche più leggera.
Clio provò a saltare e si librò in cielo senza nessuno sforzo. Ringraziò tutti gli animaletti che avevano giocato con lei e tra i raggi del sole sorrise felice.


A volte basta passare del tempo con gli amici per imparare di nuovo a volare e dimenticare la tristezza. Infatti insieme tutto è più bello!!!!
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Copyright testo Laura Moscato 
Testo scritto in collaborazione con i bambini del servizio Sp.AG.O. 
Illustrazioni fatte dai bambini del servizio Sp.AgO. 

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