DOVE VANNO A FINIRE I CALZINI #3
RIASSUNTO PUNTATE PRECEDENTI:
Pinco e Pixi sono due calzini. Trascorrono le loro giornate su uno scaffale girevole in un negozio di abbigliamento. Dialogano tra loro attraverso il filo di plastica che li unisce. Un giorno la porta del negozio si apre e lo scaffale inizia a girare. Una grande mano afferra i due calzini e li mette in un cestinetto con una gonna viola e una collana di perle. Tutti si mettono a urlare spaventati.
EPISODIO 3
-IL NASTRO TRASPORTATORE-
La grande mano afferrò la gonna viola e io la sentii urlare e la vidi scomparire su un nastro nero che si muoveva da solo. Dopo toccò a noi, una mano ci afferrò in modo brusco e ci lasciò cadere; cercai di parlare a Pixi che si era lasciata andare in un torpore, rassegnata al nostro destino.
La scossi fino a farla riprendere e le dissi:
«Pixi, ascoltami, dobbiamo fare qualcosa, ti fidi di me?»
Lei mi fece un piccolo cenno di assenso con la testa.
«Ora fa' come faccio io» le dissi.
-IL NASTRO TRASPORTATORE-
La grande mano afferrò la gonna viola e io la sentii urlare e la vidi scomparire su un nastro nero che si muoveva da solo. Dopo toccò a noi, una mano ci afferrò in modo brusco e ci lasciò cadere; cercai di parlare a Pixi che si era lasciata andare in un torpore, rassegnata al nostro destino.
La scossi fino a farla riprendere e le dissi:
«Pixi, ascoltami, dobbiamo fare qualcosa, ti fidi di me?»
Lei mi fece un piccolo cenno di assenso con la testa.
«Ora fa' come faccio io» le dissi.
Seguendo i sussulti del nastro iniziammo a muoverci, saltellando all’indietro. Eravamo quasi arrivati all’inizio del nastro e mi stavo preparando al grande salto quando la mano afferrò la collana e la posò vicino a noi. Bastò un momento di distrazione e il nastro ci portò avanti. Non ebbi neanche il tempo di ritrovare la lucidità necessaria per scappare, che un animale con un testone nero si avvicinò a me e Pixi. Subito pensai che ci volesse mangiare e cercai di allontanarmi con uno scatto. Non riuscii a spostarmi e, con il cuore in gola, osservai la sua bocca ghignante avvicinarsi sempre più. I suoi denti erano verdi ed era davvero terrificante. Quando fu vicino alla nostra testa i suoi occhi si illuminarono di rosso e un suono acuto quasi mi perforò i timpani, lasciandomi senza fiato. Le perle della collana iniziarono ad urlare e i loro strilli acuti mi assordarono. Una perla spaventata si attaccò alla griglia del cestino che era stato appoggiato sul nastro e all’improvviso il filo della collana si ruppe e le piccole perle verdi iniziarono a correre disperate da tutte le parti, agitando le loro minuscole manine e, nella disperazione, iniziarono a cadere dal nastro trasportatore, disperdendosi sul pavimento. L’agitazione si impadronì anche della proprietaria della mano, la quale chinandosi cercò di recuperare le perle che erano cadute a terra.
Riprendendomi dallo stordimento ricominciai a saltellare in modo da riuscire a scendere dal nastro e scappare via. Feci un salto più alto degli altri ma la mano mi afferrò. Io cercai di scappare e fu in quell’istante che accadde l’irreparabile: l’etichetta che mi teneva legato a Pixi si ruppe e io sentii come se una parte di me fosse fuggita via, lasciandomi solo al mio destino. Pixi atterrò di nuovo sul nastro con l’etichetta ancora attaccata e io caddi per terra e venni dimenticato lì.
La mano mise Pixi in una borsa di plastica arancione e io la vidi allontanarsi da me. La chiamai a gran voce e cercai di seguirla, ma tutto fu inutile e mi ritrovai da solo.
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Copyright testo Laura Moscato
Foto reperita nel web
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