venerdì 29 gennaio 2016

Dove vanno a finire i calzini #7

DOVE VANNO A FINIRE I CALZINI


RIASSUNTO PUNTATE PRECEDENTI:
Pinco e Pixi sono due calzini. Trascorrono le loro giornate su uno scaffale girevole in un negozio di abbigliamento. Dialogano tra loro attraverso il filo di plastica che li unisce. Un giorno la porta del negozio si apre e lo scaffale inizia a girare. Una grande mano afferra i due calzini e li mette in un cestinetto con una gonna viola e una collana di perle. Tutti si mettono a urlare spaventati. Sul nastro trasportatore, Pinco cerca di scappare saltellando giù. Ad un certo punto però la grande mano lo afferra, accidentalmente rompe l'etichetta che lo teneva legato a Pixi e Pinco si ritrova da solo per terra. Pixi viene messa in una borsa e portata via. Pinco si ritrova solo. Ad un certo punto da un buco nel muro sbuca un coccodrillo. Pinco si spaventa, ma poi guardandolo bene si accorge che non era un vero coccodrillo, ma un calzino a forma di coccodrillo. Il nuovo arrivato si presenta: si chiama Drillo e non sembra molto pericoloso.

EPISODIO 7
-ALLA RICERCA DEL CORAGGIO-

Più il tempo passava, più continuavo a preoccuparmi per Pixi. Chissà dov’era finita? Stava bene? Ce la faceva senza di me? Preso dallo sconforto mi appoggiai a una gamba di una sedia. Drillo si sedette vicino a me e mi disse:
«Vorrei poterti aiutare, ma credo che ormai la tua amica sia persa per sempre.»
Io tirai su la testa di scatto e fissai il calzino a forma di coccodrillo:
«Io non smetterò mai di cercarla. Non mi stai aiutando molto sai? Non ho bisogno di calzini che mi tolgano tutte le speranze.»
Gli occhi di Drillo si riempirono all’istante di lacrime.
«Ma che fai? Piangi? Ma che coccodrillo sei?»
Per tutta risposta Drillo mi girò la schiena e continuò a piangere disperato, singhiozzando tra un respiro e l’altro. Io lo guardai basito e iniziai a chiedermi se fosse sano di mente oppure no.
Una luce che proveniva dalla strada illuminò all’improvviso la porta d’uscita. Senza pensarci troppo su, cercai di avvicinarmi per vedere se ci fosse modo di forzarla. Controllai l’apertura e cercai di spingere con tutte le mie forze. A quel punto Drillo iniziò a tirarmi per un braccio urlando a gran voce:
«Vieni via da lì! Ti prenderanno! È pericoloso!»
Drillo era angosciato e io mi allontanai con lui, chiedendogli di chi stesse parlando. Lo seguii attraverso un buco nel muro e entrai in una scatola:
«Vieni, questa è casa mia. È l’unico posto sicuro.»
La scatola era una piccola casa in miniatura, con un piccolo letto e un tavolino al centro. Sulla parete in fondo c’erano diversi disegni fissati con delle puntine: rappresentavano animali della foresta e alberi dalle forme strane.
Drillo si sedette su un cuscino e iniziò a parlarmi con una voce più calma e serena:
«Il mondo in cui sei finito non è sicuro. Devi fare attenzione. Ci sono un sacco di pericoli là fuori e gli Acarix sentono il tuo odore da lontano. Se ti fiutano è finita. Diventi loro prigioniero e nessuno ti vede più. Io ho visto sparire la mia compagna così ed è stato terribile.»
«Gli Acarix? Ma chi sono?»
«Sono dei mostri terribili. Io non faccio altro che nascondermi!»
Drillo iniziò a tremare di paura. Io mi avvicinai e a bassa voce gli dissi:
«Ci sarà pure qualcosa che possiamo fare no?»
«Qualcosa sì, ma mi fa troppa paura!»
«E cosa sarebbe questa cosa che ti spaventa così tanto?»
«Dovremmo attraversare tutta la stanza e andare a parlare con Maglius, il saggio. Vive sulle montagne degli scaffali e sicuramente potrebbe darci un buon consiglio e forse potrebbe anche sapere dov’è finita Pixi.»
«Ma allora andiamo a parlargli! Cosa aspettiamo!»
«Aspettiamo perché io ho paura ecco perché!»
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Copyright testo Laura Moscato

Foto reperita nel web

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