sabato 10 dicembre 2016
La grotta solo nostra
Ritornerò
Ritornerò e avrò il colore del vento, il profumo dell'alba, il sapore dell'attesa e del silenzio.
La domanda:
Mi riconoscerai?
-Cit I. Pizzigati-
La domanda:
Mi riconoscerai?
-Cit I. Pizzigati-
lunedì 7 novembre 2016
Il filo magico delle storie
Quando inizio a scrivere una nuova storia mi siedo davanti
al computer, osservo lo schermo e timidamente mi abbandono al mio viaggio
interiore. La storia non nasce però in quell’istante ma si impone tra le trame
dei miei pensieri nei giorni precedenti e non lascia l’assedio fino a quando io
non decida di raccontarla.
Scrivere diventa per me un atto di resa che risponde
all’esigenza irrefrenabile di
comunicare, insita in ogni essere umano. A volte ho la sensazione che questi
racconti esistano già all’infuori di me e che io debba solo riprendere il filo
per narrarli. È come se, nelle profondità del mondo, ci fosse un grande calderone in cui ribollono
tutte le storie. Lo scrittore richiama con la sua mente un piccolo
particolare e questo inizia ad attorcigliarsi e diventa un filo sottilissimo; a
quel punto si deve solo tirare delicatamente e la storia si mette a posto da
sé.
…Forse scriviamo per mettere ordine in questo calderone e
per ritrovare un filo che ci connetta a tutti gli altri.
venerdì 30 settembre 2016
ALY E IL GENIO -Viaggio in Africa-
ALY E IL GENIO
-Viaggio in Africa-
Alice e il genio atterrarono su una piroga e iniziarono ad inoltrarsi nel
corso del fiume.
«Dove ci troviamo?»
«Siamo sul fiume Congo. È quasi l’alba»
Alice si guardò intorno e quello che la sconvolse fu il
silenzio: talmente
profondo da essere assordante. Poi all’improvviso la sfera infuocata del sole fece
capolino all’orizzonte e iniziò a colorare la terra di una luce soffusa e ritornarono
tutti i colori: i verdi intensi delle chiome degli alberi, il marrone dei
tronchi, il tenue tono pastello dei papiri che, man mano che il sole si alzava
sull’orizzonte, sfumava nell’ocra e nell’oro. E poi ancora il bianco ed il rosa
carico dei fiori delle ninfee palustri, il rosso rubino delle bacche del pepe,
tutta la gamma dei grigi argentei dei baobab. E nel bel mezzo di questa tavolozza
come d’incanto si accese la musica, il respiro profondo dell’Africa spazzò via
in un attimo il silenzio ovattato e l’immobile notte scomparve nel risveglio
della vita: il cielo si riempì di ali e di stridii, con milioni di aironi,
gruccioni, cicogne, cormorani, anatre, tutti insieme a salutare il nuovo
giorno. Lontano, nella bruma del mattino, il richiamo ovattato del Bubu, il
gufo africano, fece vibrare l’anima di sussulti primordiali, mentre i Martin pescatori
si gettarono nelle acque a caccia di cibo. Una coppia di aquile pescatrici diede
il buon giorno dalla cima di un teak e mentre la prua della piroga si tuffò in
un canale nascosto, lo sbuffo profondo ed inquietante degli ippopotami raggelò
la schiena e bloccò il respiro.[1]
sabato 10 settembre 2016
Grillo, lo scoiattolo che non si fermava mai
GRILLO, LO SCOIATTOLO
CHE NON SI FERMAVA MAI
C’era una volta uno scoiattolo che non stava mai fermo. Non
so precisamente come si chiamasse ma so che tutti l’avevano soprannominato
Grillo, proprio perché saltava da un posto all’altro senza fermarsi mai. Saliva
sugli alberi, scendeva saltando giù dai rami più alti, si intrufolava nelle
tane degli animali e correva intorno alle provviste e poi si precipitava fuori,
veloce come un fulmine.
Grillo era arrivato nel bosco del Merlino in una sera
d’estate e nessuno sapeva da dove provenisse. Spesso gli animali avevano
cercato di parlargli ma dovevano urlare le loro domande mentre Grillo passava
vicino a loro correndo e il vento copriva tutte le sue risposte. Ad un certo
punto, stanchi di non ottenere riscontro, lo lasciarono perdere e non gli
fecero più domande. Grillo continuò a correre da solo e sembrava che non gli
importasse di non avere amici.
Di giorno correva e di notte entrava nella sua tana. Non aveva
una tana sugli alberi come tutti gli altri scoiattoli ma si riposava dentro a
una palla di legno. Penso che fosse un casetta degli uccelli abbandonata però
poco importa quale fosse il suo utilizzo originario perché, da quando Grillo
l’aveva trovata ai piedi di una grande quercia, l’aveva utilizzata ogni notte
per dormire. Si intrufolava attraverso una piccola apertura su un lato e si
raggomitolava all’interno. Non stava fermo neanche quando dormiva e ogni notte
la palla iniziava a rotolare, trasportandolo in una parte diversa del bosco. A
Grillo questo fatto non importava, perché ogni punto del bosco andava bene per
ricominciare a correre.
Una notte, all’improvviso, si scatenò un forte temporale. Il
vento soffiava tra le chiome degli alberi e la tana di Grillo iniziò a ruotare
velocemente lungo il sentiero. Lo scoiattolo non si accorse di nulla. Sognò di
correre tra i rami e di compiere delle grandi acrobazie tra un albero e un
altro. Al mattino tutto si fermò immobile. Grillo, come sempre, si stiracchiò
uscendo lentamente dalla tana e aprì gli occhi. Stava per mettersi a correre
quando si accorse che intorno a lui il bosco era sparito. Si trovava
all’interno di una fattoria e c’erano dei muri alti che non gli permettevano di
vedere oltre.
domenica 4 settembre 2016
Settembre
SETTEMBRE
Mi siedo
davanti alla finestra e il mio sguardo vola lontano. Settembre è arrivato.
I suoi venti
ancora caldi hanno già in sé i profumi e i colori dell’autunno, sono ricchi di
promesse, sussurrate a mezza voce.
“I suoi
giorni hanno il calore dell’estate nelle loro ore più centrali, ma nelle sere
che si allungano c’è il soffio profetico dell’autunno.”
(Rowland
E. Robinson)
Settembre è
un mese a metà, “con dell’estate il meglio del tempo, e dell’autunno il meglio
dell’allegria.” (Helen
Hunt Jackson)
“Ha sempre il
retrogusto della fine e dell’inizio ed è un concentrato di “è tempo di”. Un
punto in mezzo a tutto il resto.”(Saraturchina)
Gli animali
in questo mese iniziano a prepararsi le loro tane, cercano le provviste per
l’inverno e di notte si fanno piccoli piccoli per non far scappare il calore
dal loro corpo. E, come succede agli animali del bosco, nasce in me l’esigenza
di richiudermi in me, di riscoprirmi, di cercarmi al di là di tutte le
consuetudini ed apparenze.
“Le
giornate estive si accorciano… E come sempre, in questo periodo dell’anno mi
sento addosso lo sguardo del tempo.” (Robert Hasz)
Chiudo gli
occhi e un sospiro di sollievo mi esce dal petto.
Finalmente
settembre è arrivato.
È tempo di partire, di fare progetti, di capire dove si vuole
andare.
martedì 30 agosto 2016
Sono arrivati!
LENCI EDITORE
Dopo un anno di lavoro ecco finalmente arrivata la prima pubblicazione della Lenci: In viaggio con Icnel. Io ho collaborato attivamente nel creare questo libro e poterlo finalmente tenere in mano è per me un'emozione unica.
I veri protagonisti di questo progetto sono i bambini, creatori delle storie e delle illustrazioni del libro.
La prima data utile per acquistare il libro sarà la festa del 10 Settembre 2016 presso il campo sportivo di Poirino oppure potete ordinarne una copia a questo indirizzo: moscatolaura82@gmail.com
Il ricavato verrà utilizzato per finanziare i servizi che l'Associazione offre gratuitamente alla popolazione.
"Un modo di aiutare vivendo il nostro sogno".
giovedì 28 luglio 2016
In viaggio con Icnel
LENCI EDITORE
Eccoci finalmente! Adesso vi posso svelare la mia grande novità: l'avventura editoriale ha finalmente inizio. E' nata la LENCI EDITORE!
"In viaggio con Icnel" sarà il volume di apertura della collana di racconti inventati, scritti e illustrati dai bambini che partecipano ai servizi educativi della Lenci Onlus.
Disponibile da Settembre in versione cartacea e presto anche in e-book.
...Mi accorsi presto che viaggiare con la fantasia era reale tanto quanto muovermi. Ero io a rendere reale i miei sogni...
domenica 24 luglio 2016
Recensione di "La casa tra le nuvole" di Emma Fenu
“La casa tra le nuvole” di Laura Moscato
recensione di Emma Fenu
“La casa tra le nuvole” di Laura Moscato, Selfpublished, 2016, narrativa.
Il non - luogo dei primi baci e degli ultimi.
Senza soffitto senza cucina
Non si poteva entrarci dentro
Perché non c'era il pavimento”.
Sergio Endrigo
La casa tra le nuvole è distante dalla terra nera del quotidiano.
La casa tra le nuvole profuma di azzurro infanzia. La si raggiunge di corsa, calzando gli stivaletti in gomma di Candy Candy, perché è quando piove che il cielo sembra più vicino, più nostro.
La casa tra le nuvole è il non - luogo dei primi baci e degli ultimi.
La casa tra le nuvole la si cerca sollevando gli occhi, eppure è dentro, nella caverna dell’anima, nell’intimo dove la memoria anela che il desiderio di un tempo diventi, oggi, realtà.
La casa tra le nuvole non la si edifica, non la si abbatte, non la si governa.
La casa tra le nuvole vive nel grembo del tempo, un grembo liquido da cui tutto ha origine.
Viola è una giovane moglie e mamma che vive una vita serena, apparentemente appagante. Sarà una vacanza in un agriturismo in montagna, dotato di centro ippico e di fattoria in cui si svolgono attività per bambini, a farla cadere dalle nuvole dell’abitudine e a spingerla a cercare il cielo nella stanza del cuore.
Il romanzo di Laura Moscato raccoglie il fluido interiore di un’anima che, mettendo in discussione il proprio ruolo familiare e le proprie conquiste sociali, grazie a Luca, un amore adolescenziale e platonico che sembra piovuto dal cielo, troverà la propria strada. Una strada che è un ponte di arcobaleno fra l’esseredonna e mamma, fra l’essere bambina e adulta.
Fra parole e citazioni intertestuali estremamente pertinenti, la lettura de “La casa tra le nuvole” riserva un’esperienza piacevole: lo stile si ammanta di dolcezza e le pagine, simili ad un diario, scorrono veloci fra i polpastrelli del cuore, soprattutto per chi è stato fanciullo negli anni ’80 e adolescente negli anni ’90. Eppure,il messaggio che essa veicola, concedendolo piano, come un dono stretto in un pugno che si dischiude, è degno di lunga riflessione.
Cosa è davvero l’amore? Cosa si è disposti a cedere per amore di sé e dell’altro? Quanto la paura di essere vulnerabili, soli e precari è un freno all’autoaffermazione e alla accettazione della propria “vocazione”?
Sono domande che non possono non coinvolgerci. La risposta ad esse il romanzo si limita a suggerirla, mala scelta finale è onere (e onore) personale.
Buona lettura.
“Non sempre le nuvole offuscano il cielo: a volte lo illuminano”. Elsa Morante
Recensione di Emma Fenu
Nata e cresciuta respirando il profumo del mare di Alghero, ora vive, felicemente, a Copenhagen, dopo aver trascorso un periodo in Medio Oriente. Laureata in Lettere e Filosofia, ha, in seguito, conseguito un Dottorato in Storia delle Arti. Scrive per lavoro e per passione.
Mito e devozione nella figura di Maria Maddalena, Abel Books.
Vite di Madri. Storie di ordinaria anormalità, Echos Edizioni.
Le dee del miele, Milena Edizioni.
http://www.gliscrittoridellaportaaccanto.com/2016/07/la-casa-tra-le-nuvole-di-laura-moscato.html
Nata e cresciuta respirando il profumo del mare di Alghero, ora vive, felicemente, a Copenhagen, dopo aver trascorso un periodo in Medio Oriente. Laureata in Lettere e Filosofia, ha, in seguito, conseguito un Dottorato in Storia delle Arti. Scrive per lavoro e per passione.
Mito e devozione nella figura di Maria Maddalena, Abel Books.
Vite di Madri. Storie di ordinaria anormalità, Echos Edizioni.
Le dee del miele, Milena Edizioni.
http://www.gliscrittoridellaportaaccanto.com/2016/07/la-casa-tra-le-nuvole-di-laura-moscato.html
mercoledì 20 luglio 2016
Vento tra i capelli
Aillie aprì la
porta e lasciò passare Ilaria. La casa era luminosa e il sole si rifletteva sui
vetri della credenza, creando dei giochi di luce fantastici. C’era un buon
profumo di limone che avvolgeva la stanza in un’atmosfera delicata.
«Lasciami cinque
minuti così la vado a svegliare e la porto qui.»
Ilaria annuì
silenziosa e iniziò ad aggirarsi per la stanza. Incominciò ad osservare le
immagini che erano state appese sulla parete di fronte. Ritraevano tutte dei
paesaggi scozzesi e sembravano delle finestre aperte su mondi fantastici. Il
mare del nord, con il suo colore azzurro ghiaccio, le distese di erica che si
perdevano all’orizzonte, i laghi che riflettevano i colori accesi del cielo. Sentì
il suo cuore rilassarsi di fronte a quella natura sconfinata ma, non appena
sentì dei passi nel corridoio a fianco, l’ansia rifece capolino tra le pieghe
della sua mente. In un istante si ricordò perché si era allontanata così tanto
da lei, avvertì di nuovo dentro di sé la sensazione terribile di sentirsi
schiacciata da una personalità che voleva controllarla e il fiato iniziò a
mancarle, facendola ansimare. Nella sua mente si diede della stupida. In fondo
era solo sua madre quella che stava arrivando ma questo pensiero non riuscì a calmarla
fino in fondo. Iniziò a sentirsi in colpa, come tutte le volte che si era
trovata da sola con lei.
lunedì 18 luglio 2016
Lizzie, la coccinella esploratrice #1
LIZZIE DECIDE DI PARTIRE
C’era una volta una coccinella che si chiamava Lizzie e viveva insieme alle altre coccinelle ai piedi di una grande quercia. Era sicuramente un bel posto quello per vivere e tutte le coccinelle sembravano molto felici. L’erba al mattino si bagnava di rugiada e camminando sugli steli si avvertiva un leggero solletico alla pancia che faceva sorridere. La zona era riparata e sicura e le piccole coccinelle non potevano chiedere di meglio. Lizzie si trovava bene in quel prato ma a volte aveva la sensazione che non le bastasse. C’erano giorni in cui si sentiva irrequieta e non riusciva a capirne il motivo. Si aggirava per i fili d’erba alla ricerca di un indizio che potesse stravolgere la sua vita.
«Perché non te ne stai tranquilla a goderti il fresco?» le chiese un giorno la sua amica Fox.
«Vorrei tanto essere come te Fox, ma non mi basta bagnarmi di rugiada per essere felice. Ho bisogno di più.»
«Ma cos’è che stai cercando?»
«Non lo so di preciso. Sto cercando di dare un senso alla mia vita.»
«Sei strana sai?»
«Lo so» disse la coccinella allontanandosi sconsolata.
Questi discorsi si ripetevano ciclicamente e Lizzie si sentiva ogni volta fuori posto e piena di inquietudine. Avrebbe desiderato tanto essere in grado di accontentarsi e di vivere serena tra l’erba senza chiedere nulla di più, ma, per quanto si sforzasse, non ci riusciva. Quella vita non le bastava, voleva di più.
mercoledì 6 luglio 2016
Presentazione del libro "La casa tra le nuvole"
INTERVISTA FATTA
DA VALENTINA ODDENINO E CRISTIANA PAVESIO
Il libro parla essenzialmente della vita nelle sue più belle
e complicate sfumature. Parla di amore, di quegli amori inevitabili che si
impongono sfidando lo spazio e il tempo, del matrimonio, delle gioie e delle
difficoltà che possono insorgere all’interno di esso, della maternità con le
sue luci e le sue ombre.La protagonista del libro è Viola, una donna che
cerca, nelle complicate trame della vita, di acquisire una maggiore
consapevolezza. Viola è una donna che è alla ricerca della felicità e che ad un
certo punto della sua vita si chiede che cosa vuole davvero e che cosa possa
renderla felice. È sposata e mamma di un bimbo di due anni e mezzo. È sposata
con Fabio. I due stanno attraversando un
momento di crisi e hanno bisogno di ritrovarsi e sperano di riuscire a farlo prendendosi
un po’ di giorni di vacanza. Il figlio nato da poco ha smosso il loro
equilibrio di coppia, lasciandoli a volte un po’ spossati. Hanno bisogno di ridefinire il loro stare
insieme e di riscoprirsi di nuovo come coppia e non solo come una coppia di
genitori. Arrivano all’agriturismo “La casa tra le nuvole” e Viola si accorge
che il proprietario è Luca, un uomo che aveva conosciuto tanti anni prima e che
non era mai riuscita a dimenticare. Questo fatto le mette ancora più
confusione. Diventa inevitabile per lei guardarsi dentro per capire ciò che
vuole davvero.
martedì 5 luglio 2016
venerdì 1 luglio 2016
La casa tra le nuvole
5 LUGLIO
Presentazione del libro "La casa tra le nuvole"
Ore 21:15
Giardini dietro al comune
Poirino
Poirino
VI ASPETTO!!
martedì 28 giugno 2016
Il mio primo giorno al castello
IL MIO PRIMO GIORNO AL CASTELLO
La prima volta che entrai in un castello vero avevo quattro
anni. Mi ricordo che quando scesi dalla macchina ero emozionato e mi guardavo
intorno con curiosità.
«Mamma, ma ci sarà il ponte levatoio?»
«Penso di sì» mi disse lei.
A passi rapidi ci avvicinammo al castello e io vidi spuntare
tra gli alberi una grande torre squadrata che mi sembrava forte ed
inespugnabile. La strada era in salita e c’erano degli alti scalini in pietra
da superare. Io cercai di non prestare troppa attenzione alla stanchezza e
proseguii oltre, riempiendomi gli occhi di tutta quella meraviglia.
Arrivammo su un camminamento che circondava le mura del
castello. Il sentiero si affacciava su un burrone e grosse rocce in pietra si
intravedevano tra il fogliame. Un brivido mi percorse la schiena e fu in quell'istante che mi accorsi che stavo vivendo una vera e propria avventura. In
mezzo allo strapiombo, scorreva un piccolo fiumiciattolo che si intrufolava
nella gola come un serpente sinuoso.
Varcai l’ingresso quasi trattenendo il fiato, immaginando di essere un cavaliere che ritornava a casa dopo molti anni trascorsi in battaglia. Ovunque girassi gli occhi respiravo maestosità ed fastosità. Papà mi indicò le feritoie e mi disse che da lì gli arcieri sparavano le frecce per difendere il castello da attacchi nemici. Mi immaginai soldati in assalto con le armi in pugno, pronti a combattere e mi sembrò di sentire il rumore delle spade che sbattevano l’una contro l’altra e il suono sordo degli zoccoli che attraversavano il selciato.
venerdì 24 giugno 2016
Dove vanno a finire i calzini #24
DOVE VANNO A FINIRE I CALZINI #24
RIASSUNTO DELLE PUNTATE PRECEDENTI
Pinco e Pixi sono due calzini. Trascorrono le loro giornate su uno scaffale girevole in un negozio di abbigliamento. Un giorno vengono accidentalmente divisi. Pinco, con l'aiuto di Drillo, un coccodrillo calzino incontrato nel negozio, si rivolge al saggio Maglius che vive sulla collina degli scaffali. Il saggio gli fa visualizzare il percorso che lo separa da Pixi e i due decidono di seguire il sentiero indicato dal saggio. Devono raggiungere il retrobottega e passare sotto al letto. Drillo, titubante, decide di seguirlo, sperando in cuor suo di poter ritrovare Tigre, la sua compagna di vita. Il mondo sotto al letto è oscuro e terrificante, nido dei terribili Acarix, i mostri della polvere. Ad un certo punto Pinco vede una porticina e spiega a Drillo verso quale direzione devono andare. Attraversano la porticina ma un batuffolo di polvere rimane impigliato nella coda di Drillo. Tra gli strepiti generali del coccodrillo, Pinco si rende conto che è solo un cucciolo e che è innocuo. Avvicinandosi con calma, riesce a conquistare la sua fiducia. Il piccolo dice di chiamarsi Baffy e rivela di essersi perso. Pinco lo prende in braccio e lui si addormenta, sentendosi al sicuro. I tre iniziano ad inoltrarsi nella foresta dei vestiti. Incontrano Dhara, una scimmia, guardia forestale che decide di accompagnarli fino alle cascate di schiuma.
EPISODIO 24 -IL GIGANTE INVISIBILE-
Arrivammo in prato di fiori bianchi e rosa e la bellezza di quel posto ci travolse. Dhara però si frappose tra noi e il prato impedendoci di entrare.
«Dovremo fare il giro largo. Non si può passare da qui.»
«Guarda che faccio attenzione, non pesto i fiori» disse Drillo con un tono di voce saccente.
Fu in quel momento però che scorgemmo in mezzo al campo un enorme, gigantesco paio di occhiali neri.
«Cosa sono?» chiesi.
«Su questo versante vive il gigante invisibile. È addormentato e io... eviterei di svegliarlo» rispose Dhara.
«Ma si vedono solo…»
«Gli occhiali, sì. Il corpo è invisibile ma da sveglio non è innocuo, ve lo assicuro.»
Attraversammo il campo passando ai confini del bosco e quasi trattenemmo il fiato per non fare rumore.
«Ma siamo sicuri che questo non sia un trucco per non far calpestare i fiori?» chiese Drillo sottovoce.
«Drillo se vuoi verificarlo dimmelo, così mi allontano» disse Dhara sorridendo.
Io mi soffermai ad osservare quel sorriso e mi resi conto che Dhara, quando era rilassata, era davvero molto carina. Anche Drillo, quando non stressava, non era così male, in fondo. Ero felice di avere l’opportunità di condividere questo viaggio con loro. Questi pensieri mi attraversarono fulminei la mente e io rimasi li, fermo in mezzo al sentiero, a respirare quell’istante di felicità.
«Dovremo fare il giro largo. Non si può passare da qui.»
«Guarda che faccio attenzione, non pesto i fiori» disse Drillo con un tono di voce saccente.
Fu in quel momento però che scorgemmo in mezzo al campo un enorme, gigantesco paio di occhiali neri.
«Cosa sono?» chiesi.
«Su questo versante vive il gigante invisibile. È addormentato e io... eviterei di svegliarlo» rispose Dhara.
«Ma si vedono solo…»
«Gli occhiali, sì. Il corpo è invisibile ma da sveglio non è innocuo, ve lo assicuro.»
Attraversammo il campo passando ai confini del bosco e quasi trattenemmo il fiato per non fare rumore.
«Ma siamo sicuri che questo non sia un trucco per non far calpestare i fiori?» chiese Drillo sottovoce.
«Drillo se vuoi verificarlo dimmelo, così mi allontano» disse Dhara sorridendo.
Io mi soffermai ad osservare quel sorriso e mi resi conto che Dhara, quando era rilassata, era davvero molto carina. Anche Drillo, quando non stressava, non era così male, in fondo. Ero felice di avere l’opportunità di condividere questo viaggio con loro. Questi pensieri mi attraversarono fulminei la mente e io rimasi li, fermo in mezzo al sentiero, a respirare quell’istante di felicità.
giovedì 23 giugno 2016
Piumino, l'uccellino che voleva essere libero
PIUMINO , L’UCCELLINO CHE VOLEVA ESSERE LIBERO
Un giorno mamma picchio stava
zampettando vicino ad un arbusto di more. Non molto lontano c’era il suo nido
con cinque uova dentro, riparate dal vento e dai predatori. Aveva scelto
l’albero migliore del bosco, il più alto e il più frondoso. Si sentiva sicura e
fiduciosa: non sarebbe successo niente di male ai suoi piccoli.
All’improvviso però i suoi
occhi vennero attratti da qualcosa che brillava: c’era un piccolo uovo nel
fogliame e lei si fermò ad osservarlo da vicino. Era un po’ più grande delle
sue uova e tutto bianco. Preoccupata mamma picchio cercò di individuare il nido
da cui era rotolato via, ma non riuscì a trovarlo. Non poteva lasciarlo lì
tutto solo, si disse. Con delicatezza lo fece rotolare fino ai piedi del suo
grande albero e poi iniziò a pensare ad un modo per portarlo nel suo nido.
martedì 21 giugno 2016
Ali per volare
Ci sono momenti nella vita dello scrittore che rimangono
impressi nella pelle e da lì non se ne vanno più. Lavori su un testo per
giorni, per settimane, per mesi e poi arriva il momento in cui ti rendi conto
che non devi più modificare niente e che il libro è già davanti a te, esiste
già, anche se non lo puoi ancora accarezzare.
Versione definitiva pronta per la stampa.
Ti limiti a scrivere questo sul file e aspetti che gli
eventi facciano il loro corso.
Per adesso il tuo lavoro di scrittore è terminato ma sai che
è nato qualcosa di cui ti prenderai sempre cura e che farà sempre parte di te.
Il mio secondo libro è pronto per la stampa ed è ancora più
bello sapere di non esserci arrivata da sola. Le frasi di questo nuovo libro nascondono
in sé i sorrisi dei bambini che mi hanno
aiutato a crearle e i sogni dei miei colleghi che hanno deciso di credere con
me in questo progetto.
Insieme abbiamo trovato ali per volare.
mercoledì 15 giugno 2016
martedì 14 giugno 2016
Vento tra i capelli
Ilaria fece scivolare da sé i brutti pensieri. Si sentì stranamente
bene. Ebbe la sensazione improvvisa di essere nel posto giusto al
momento giusto e ciò un po’ la stranì. Questa notte poteva
riposare. Ci sarebbe stato tempo e modo per prendere in mano i suoi fantasmi,
ma non era questo il tempo.
giovedì 9 giugno 2016
Vento tra i capelli
«Venite, mettiamoci in cucina. La volete una tisana? Dopo un lungo viaggio bere qualcosa di caldo è il modo migliore per rigenerarsi.»
Ailie si mosse in cucina con gesti precisi e sicuri. Per un po’ di minuti non parlò e si concentrò totalmente su quello che stava facendo. Portò l’acqua ad ebollizione, aggiunse tre cucchiaini di tisana allo zenzero nell’acqua calda, coprì il tutto, lasciandolo in infusione. Si sedette vicino ai due ragazzi e iniziò ad aspettare con loro. Alan osservò con gioia che in quella casa nulla era cambiato; era felice di essere tornato, cercò con lo sguardo gli occhi della nonna e le sorrise. Il momento della tisana era sempre stato per lei un vero e proprio rito. La sua dispensa era sempre ben fornita di ogni tipo di infusi: rilassanti, depurativi, al tiglio, alla malva e immancabilmente la classica camomilla. Non andava mai a dormire senza e, anche il semplice gesto di prepararlo, era occasione di rilassamento e di ricerca. Tante volte si erano seduti uno di fronte all’altro con una tazza calda in mano. Quello era il momento del confronto e della condivisione, che avveniva in modo naturale, oppure era il momento del silenzio, delle parole non dette che venivano comprese lo stesso, senza bisogno di spiegazioni. Da piccolo spesso si era chiesto se sua nonna avesse dei poteri magici e crescendo si era convinto che li possedesse davvero.
Ailie si mosse in cucina con gesti precisi e sicuri. Per un po’ di minuti non parlò e si concentrò totalmente su quello che stava facendo. Portò l’acqua ad ebollizione, aggiunse tre cucchiaini di tisana allo zenzero nell’acqua calda, coprì il tutto, lasciandolo in infusione. Si sedette vicino ai due ragazzi e iniziò ad aspettare con loro. Alan osservò con gioia che in quella casa nulla era cambiato; era felice di essere tornato, cercò con lo sguardo gli occhi della nonna e le sorrise. Il momento della tisana era sempre stato per lei un vero e proprio rito. La sua dispensa era sempre ben fornita di ogni tipo di infusi: rilassanti, depurativi, al tiglio, alla malva e immancabilmente la classica camomilla. Non andava mai a dormire senza e, anche il semplice gesto di prepararlo, era occasione di rilassamento e di ricerca. Tante volte si erano seduti uno di fronte all’altro con una tazza calda in mano. Quello era il momento del confronto e della condivisione, che avveniva in modo naturale, oppure era il momento del silenzio, delle parole non dette che venivano comprese lo stesso, senza bisogno di spiegazioni. Da piccolo spesso si era chiesto se sua nonna avesse dei poteri magici e crescendo si era convinto che li possedesse davvero.
martedì 7 giugno 2016
La casa tra le nuvole
Luca si voltò ancora una volta.
«Non voglio incasinarti la vita. Questi
due giorni sono stati caratterizzati da forti emozioni, ma come l’acqua del fiume
torna limpida quando sedimenta la sabbia smossa dai piedi, sedimenteranno anche
le nostre emozioni e la strada si farà più sicura.»
Sorrisi e lo salutai con la mano. Sperai davvero che il
tempo potesse aiutarmi a fare chiarezza.
Se ti interessa scoprire qualcosa in più sul libro clicca qua:
lunedì 6 giugno 2016
La magia del mare
In questi giorni mi sedetti sulla riva del mare e non feci
altro che aspettarmi.
Prima di tutto si accomodò vicino a me l’ansia di non
riuscire a far tutto; poi arrivò il senso di colpa per essere lì seduta a far
niente; quasi contemporaneamente arrivarono l’insicurezza e la paura di non
farcela. Le feci sedere vicino a me e insieme ci lasciammo ipnotizzare dal
mare. Il lento sciabordio dell’acqua riuscì a calmare tutti gli animi. Io chiusi
gli occhi e continuai ad aspettare che arrivassero le parti di me che amavo di
più. Con timidezza iniziò ad avvicinarsi la mia parte sognante e si sedette a
riva cercando di occupare il minor spazio possibile; la mia fantasia e il mio
sorriso arrivarono correndo e tra schizzi e strepiti si tuffarono vicino a me,
facendo per un attimo traballare il mio mondo.
“Quando i miei pensieri sono ansiosi,
inquieti e cattivi, vado in riva al mare, e lui li annega e li manda via con i
suoi grandi suoni larghi, li purifica con il suo rumore, e impone un ritmo su
tutto ciò che in me è disorientato e confuso.” (Rainer Maria Rilke)
All’improvviso arrivò mio figlio:
«Mamma, mamma, mamma mi aiuti a fare un castello di sabbia?»
mi chiese.
«Certo, tesoro! Oggi costruiremo il castello di sabbia più
bello del mondo» gli risposi.
Fu in quell’istante che mi riscoprii intera, felice di
essermi finalmente ritrovata.
“Per questo amo il suono
delle onde. Loro sanno sempre dove sei.” (Fabrizio Caramagna)
martedì 31 maggio 2016
Pausa ispirazione
E' arrivato per me il momento di fermarmi un po'. Ci sentiremo la prossima settimana! Io entro in "pausa ispirazione". Un bacio amici!
lunedì 30 maggio 2016
La casa tra le nuvole
"Stupendomi di quella inattesa felicità, rimasi lì a respirarla."
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venerdì 27 maggio 2016
Dove vanno a finire i calzini #23
DOVE VANNO A FINIRE I CALZINI #23
RIASSUNTO DELLE PUNTATE PRECEDENTI
Pinco e Pixi sono due calzini. Trascorrono le loro giornate su uno scaffale girevole in un negozio di abbigliamento. Un giorno vengono accidentalmente divisi. Pinco, con l'aiuto di Drillo, un coccodrillo calzino incontrato nel negozio, si rivolge al saggio Maglius che vive sulla collina degli scaffali. Il saggio gli fa visualizzare il percorso che lo separa da Pixi e i due decidono di seguire il sentiero indicato dal saggio. Devono raggiungere il retrobottega e passare sotto al letto. Drillo, titubante, decide di seguirlo, sperando in cuor suo di poter ritrovare Tigre, la sua compagna di vita. Il mondo sotto al letto è oscuro e terrificante, nido dei terribili Acarix, i mostri della polvere. Ad un certo punto Pinco vede una porticina e spiega a Drillo verso quale direzione devono andare. Attraversano la porticina ma un batuffolo di polvere rimane impigliato nella coda di Drillo. Tra gli strepiti generali del coccodrillo, Pinco si rende conto che è solo un cucciolo e che è innocuo. Avvicinandosi con calma, riesce a conquistare la sua fiducia. Il piccolo dice di chiamarsi Baffy e rivela di essersi perso. Pinco lo prende in braccio e lui si addormenta, sentendosi al sicuro. I tre iniziano ad inoltrarsi nella foresta dei vestiti. Incontrano Dhara, una scimmia, guardia forestale che decide di accompagnarli fino alle cascate di schiuma.
EPISODIO 23 - LE PINZE SELVATICHE
Il sentiero si perdeva tra i rami che via via diventavano sempre più fitti. Un cinguettio strano si sentiva in lontananza e ad ogni passo diventava sempre più forte. I rami degli alberi erano sottilissimi e da essi partivano dei fili che si incrociavano e che si perdevano nel buio del bosco. Sembravano una gigantesca ragnatela. Seguii Dhara sul sentiero e ad un certo punto la vidi avvicinarsi ad un tronco:
«Dobbiamo passare sui passaggi sospesi: nel sottobosco si nascondono insidie che è meglio non incontrare.»
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