giovedì 23 giugno 2016

Piumino, l'uccellino che voleva essere libero

PIUMINO , L’UCCELLINO CHE VOLEVA ESSERE LIBERO



Un giorno mamma picchio stava zampettando vicino ad un arbusto di more. Non molto lontano c’era il suo nido con cinque uova dentro, riparate dal vento e dai predatori. Aveva scelto l’albero migliore del bosco, il più alto e il più frondoso. Si sentiva sicura e fiduciosa: non sarebbe successo niente di male ai suoi piccoli.
All’improvviso però i suoi occhi vennero attratti da qualcosa che brillava: c’era un piccolo uovo nel fogliame e lei si fermò ad osservarlo da vicino. Era un po’ più grande delle sue uova e tutto bianco. Preoccupata mamma picchio cercò di individuare il nido da cui era rotolato via, ma non riuscì a trovarlo. Non poteva lasciarlo lì tutto solo, si disse. Con delicatezza lo fece rotolare fino ai piedi del suo grande albero e poi iniziò a pensare ad un modo per portarlo nel suo nido.
Rosso il pettirosso sentì un po’ di trambusto e iniziò ad osservare la scena dall’alto. Incuriosito si avvicinò.
«Ciao! Che succede?» disse.
«Ho trovato questo uovo. Era stato abbandonato. Non potevo lasciarlo lì. La volpe l’avrebbe di sicuro trovato e mangiato. Solo che vorrei portarlo nel mio nido al sicuro, ma non so come fare.»
Rosso valutò la situazione e il suo cervellino iniziò a frullare alla ricerca di una soluzione.
«Ti costruirò una scala» disse e si mise subito al lavoro.
Rosso, il pettirosso era infatti il falegname del bosco e non usciva mai dal suo rifugio tra le foglie senza i suoi attrezzi del mestiere.
«Non si sa mai» diceva sempre a chi gli chiedeva spiegazioni rispetto a questo fatto.
Rosso cercò nel bosco dei rami flessibili e con essi costruì una piccola scaletta che dal nido scendeva fino a terra.
«Adesso basterà far rotolare l’uovo da un gradino all’altro e lo potrai portare nel tuo nido. Se lo facciamo insieme sarà più facile. Forza, vieni!»
Rosso e mamma picchio fecero rotolare l’uovo sui pioli della scaletta, fino a quando non riuscirono a farlo entrare nel nido.
«Grazie! Grazie mille! Sei stato fantastico» disse mamma picchio al suo aiutante.
Rosso fece un piccolo inchino con la testa e volò via, alla ricerca di nuovi lavoretti da fare.

Mamma picchiò sistemò l’uovo in mezzo agli altri, e lo accarezzò dolcemente con le piume. Aveva un nuovo cucciolo di cui prendersi cura ed era molto felice di averlo trovato e di essere riuscita a salvarlo.

Dopo due giorni le prime due uova iniziarono a schiudersi e poi a seguire anche tutte le altre iniziarono a spezzarsi. Tutti i piccoli erano pelati e con gli occhi chiusi, spaventati e desiderosi di attenzioni. Tutti, tranne il piccolo  che era stato trovato a terra. Sembrava già subito più grande degli altri, aveva le piume e non appena le sue zampine varcarono il guscio dell’uovo iniziarono a zampettare, felici di potersi muovere liberamente. Mamma picchio lo osservò e con orgoglio disse:
«Ti chiamerò Piumino.»
Mamma picchio fermò Piumino con il becco e lo fece sedere vicino agli altri e con un ala coprì tutti i suoi piccolini cercando di farli addormentare. Solo quando sembrarono tutti tranquilli, andò alla ricerca del cibo.
Planò nel bosco e torno poco dopo con un vermetto in bocca. Non appena si avvicinò all'albero capì che c’era qualcosa che non andava. Piumino stava stampettando sul ramo, fuori dal nido. Preoccupata lo spinse con il becco di nuovo dentro al nido, ma non appena lei si voltò il piccolo uscì di nuovo, inciampò in una foglia e cadde dall’albero.
Mamma picchio lanciò un urlo e volò vicino a Piumino con il cuore in gola. Vide che il piccolo era caduto su un mucchio di foglie secche e che per fortuna non si era fatto niente. Zampettava felice alla ricerca del cibo. Mamma picchio lo fece risalire sulla scaletta e lo riportò nel nido.
Gli altri suoi piccoli si svegliarono sentendo un po’ di trambusto e iniziarono a pigolare. Mamma picchio osservò Piumino negli occhi e gli disse di non muoversi dal nido:
«Non è sicuro. Devi rimanere qui. Capito?»
Piumino fece un cenno di assenso con la testolina e mamma picchio volò nel cielo alla ricerca di altro cibo.

Piumino si guardò intorno e dopo pochi minuti iniziò a stufarsi. Avrebbe esplorato solo un po’ i dintorni, si disse e così fece. Mamma picchio ritornò ed esasperata lo ritrovò di nuovo a terra.
«È pericoloso. Non devi uscire dal nido.» gli disse.

Preoccupata e non sapendo come fare per trattenere piumino nel nido, andò alla ricerca di Gina, la gazza dottore. La trovò appollaiata su un ramo e le spiegò la situazione. Gina la ascoltò in silenzio e poi le disse:
«Mia cara, tu lo sai che esistono degli uccelli che appena nati possono lasciare subito il nido, sono in grado di camminare e di apprendere dai genitori cosa mangiare? Piumino sarà uno di loro. Non credo che tu lo possa trattenere.»
«Si ma la fuori è pericoloso. I predatori lo mangeranno!»
«Tu potrai proteggerlo da lontano e io ti posso aiutare se vuoi.»

E fu così che mamma picchio capì che doveva lasciare libero Piumino.
Lo aiutò a scendere dal nido e gli diede con il becco un buffetto sulla testolina.
«Fai attenzione e non allontanarti troppo.»
«Si mamma» disse l’uccellino annusando l’aria frizzante del bosco.
Il piccolo iniziò a zampettare e passo dopo passo si inoltrò nel sottobosco.  
Mamma picchiò sentì il suo cuore sobbalzare quando non lo vide più e un fremito la percorse in tutto il corpo. Spiccò il volo preoccupata alla ricerca del suo cucciolo e, solo quando lo vide vicino alla radice della quercia, tirò un sospiro di sollievo.
Vicino a lei atterrò la gazza e la guardò con dolcezza:
«Tutto il bosco vigilerà su di lui. Fidati, non gli succederà niente di male.»
Mamma picchio sospirò e dentro di sé capì che gazza aveva ragione.
«Solo che quando si ama davvero qualcuno si fa fatica a lasciarlo andare.»
«Lo so, ma l’amore non può ostacolare la libertà» le disse gazza abbracciandola con la sua ala destra.



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