In questi giorni mi sedetti sulla riva del mare e non feci
altro che aspettarmi.
Prima di tutto si accomodò vicino a me l’ansia di non
riuscire a far tutto; poi arrivò il senso di colpa per essere lì seduta a far
niente; quasi contemporaneamente arrivarono l’insicurezza e la paura di non
farcela. Le feci sedere vicino a me e insieme ci lasciammo ipnotizzare dal
mare. Il lento sciabordio dell’acqua riuscì a calmare tutti gli animi. Io chiusi
gli occhi e continuai ad aspettare che arrivassero le parti di me che amavo di
più. Con timidezza iniziò ad avvicinarsi la mia parte sognante e si sedette a
riva cercando di occupare il minor spazio possibile; la mia fantasia e il mio
sorriso arrivarono correndo e tra schizzi e strepiti si tuffarono vicino a me,
facendo per un attimo traballare il mio mondo.
“Quando i miei pensieri sono ansiosi,
inquieti e cattivi, vado in riva al mare, e lui li annega e li manda via con i
suoi grandi suoni larghi, li purifica con il suo rumore, e impone un ritmo su
tutto ciò che in me è disorientato e confuso.” (Rainer Maria Rilke)
All’improvviso arrivò mio figlio:
«Mamma, mamma, mamma mi aiuti a fare un castello di sabbia?»
mi chiese.
«Certo, tesoro! Oggi costruiremo il castello di sabbia più
bello del mondo» gli risposi.
Fu in quell’istante che mi riscoprii intera, felice di
essermi finalmente ritrovata.
“Per questo amo il suono
delle onde. Loro sanno sempre dove sei.” (Fabrizio Caramagna)
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