mercoledì 20 luglio 2016

Vento tra i capelli


Aillie aprì la porta e lasciò passare Ilaria. La casa era luminosa e il sole si rifletteva sui vetri della credenza, creando dei giochi di luce fantastici. C’era un buon profumo di limone che avvolgeva la stanza in un’atmosfera delicata.
«Lasciami cinque minuti così la vado a svegliare e la porto qui.»
Ilaria annuì silenziosa e iniziò ad aggirarsi per la stanza. Incominciò ad osservare le immagini che erano state appese sulla parete di fronte. Ritraevano tutte dei paesaggi scozzesi e sembravano delle finestre aperte su mondi fantastici. Il mare del nord, con il suo colore azzurro ghiaccio, le distese di erica che si perdevano all’orizzonte, i laghi che riflettevano i colori accesi del cielo. Sentì il suo cuore rilassarsi di fronte a quella natura sconfinata ma, non appena sentì dei passi nel corridoio a fianco, l’ansia rifece capolino tra le pieghe della sua mente. In un istante si ricordò perché si era allontanata così tanto da lei, avvertì di nuovo dentro di sé la sensazione terribile di sentirsi schiacciata da una personalità che voleva controllarla e il fiato iniziò a mancarle, facendola ansimare. Nella sua mente si diede della stupida. In fondo era solo sua madre quella che stava arrivando ma questo pensiero non riuscì a calmarla fino in fondo. Iniziò a sentirsi in colpa, come tutte le volte che si era trovata da sola con lei.
La porta si aprì ed entrò Aillie, spingendo una sedia a rotelle. Ilaria incrociò lo sguardo di sua madre e la vide sorridere. I suoi occhi erano luminosi e non vi era traccia delle ombre che per molti anni l’avevano fatta sentire inadeguata. Solo in un secondo momento si rese conto della sua magrezza e del suo pallore, ma quelli sembravano essere dei particolari privi di importanza, di fronte a quell’espressione così serena e profonda. Ilaria sospirò e si avvicinò titubante; l’emozione di rivedere sua madre la travolse e si sentì vacillare.
«Ciao Ilaria.»
«Ciao mamma.»

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