GRILLO, LO SCOIATTOLO
CHE NON SI FERMAVA MAI
C’era una volta uno scoiattolo che non stava mai fermo. Non
so precisamente come si chiamasse ma so che tutti l’avevano soprannominato
Grillo, proprio perché saltava da un posto all’altro senza fermarsi mai. Saliva
sugli alberi, scendeva saltando giù dai rami più alti, si intrufolava nelle
tane degli animali e correva intorno alle provviste e poi si precipitava fuori,
veloce come un fulmine.
Grillo era arrivato nel bosco del Merlino in una sera
d’estate e nessuno sapeva da dove provenisse. Spesso gli animali avevano
cercato di parlargli ma dovevano urlare le loro domande mentre Grillo passava
vicino a loro correndo e il vento copriva tutte le sue risposte. Ad un certo
punto, stanchi di non ottenere riscontro, lo lasciarono perdere e non gli
fecero più domande. Grillo continuò a correre da solo e sembrava che non gli
importasse di non avere amici.
Di giorno correva e di notte entrava nella sua tana. Non aveva
una tana sugli alberi come tutti gli altri scoiattoli ma si riposava dentro a
una palla di legno. Penso che fosse un casetta degli uccelli abbandonata però
poco importa quale fosse il suo utilizzo originario perché, da quando Grillo
l’aveva trovata ai piedi di una grande quercia, l’aveva utilizzata ogni notte
per dormire. Si intrufolava attraverso una piccola apertura su un lato e si
raggomitolava all’interno. Non stava fermo neanche quando dormiva e ogni notte
la palla iniziava a rotolare, trasportandolo in una parte diversa del bosco. A
Grillo questo fatto non importava, perché ogni punto del bosco andava bene per
ricominciare a correre.
Una notte, all’improvviso, si scatenò un forte temporale. Il
vento soffiava tra le chiome degli alberi e la tana di Grillo iniziò a ruotare
velocemente lungo il sentiero. Lo scoiattolo non si accorse di nulla. Sognò di
correre tra i rami e di compiere delle grandi acrobazie tra un albero e un
altro. Al mattino tutto si fermò immobile. Grillo, come sempre, si stiracchiò
uscendo lentamente dalla tana e aprì gli occhi. Stava per mettersi a correre
quando si accorse che intorno a lui il bosco era sparito. Si trovava
all’interno di una fattoria e c’erano dei muri alti che non gli permettevano di
vedere oltre.
Grillo rimase un istante attonito e poi cercò di scacciare
via l’ansia nell’unico modo che conosceva: correndo. Iniziò ad arrampicarsi sui
tetti per guardare il sole, poi scese e saltò sul cancello, si arrampicò sul
muretto, corse vicino alle finestre, saltò sul dondolo e ridiscese. Iniziò ad
esplorare la fattoria in lungo a in largo, in alto e in basso e corse in ogni
angolo nascosto sentendosi il re di quello strano posto. Quasi senza
accorgersene iniziò a divertirsi e non pensò più di essersi perso. Dimenticò la
prudenza, si intrufolò attraverso una finestra che era rimasta socchiusa ed
entrò in casa. Fu in quell’istante che Alice si svegliò e lo vide.
Alice era una bambina di sei anni e viveva con i suoi
genitori in quella grande fattoria. Vicino alla sua casa non c’erano altri
bambini e trascorreva le sue giornate correndo per i sentieri che circondavano
la fattoria alla ricerca di animali con cui giocare. Fu per questo motivo che,
quando vide uno scoiattolo entrare nella sua stanza, non si spaventò. Sperava
che potesse diventare suo amico e si rallegrò.
Grillo invece non aveva mai visto una bambina e si spaventò
tantissimo. Iniziò a correre in circolo nella stanza alla ricerca di una via
d’uscita. Si arrampicò sul letto, corse sul comodino, si nascose dietro ai
libri sullo scaffale e poi riprese di nuovo a correre, sempre più spaventato e
atterrito.
«Ma tu non ti fermi proprio mai, piccolo scoiattolo?» disse
la bambina scoppiando a ridere.
La stanza si riempì del suono del sua risata. Grillo si fermò stupito in mezzo alla stanza: non aveva mai sentito un suono
così dolce e per un attimo questo bastò a fermarlo. I suoi occhi si incollarono
a quelli della bambina e tutta la paura si sciolse lasciando il posto ad una
genuina curiosità. Grillo squittì e poi con la coda dell’occhio scorse la
finestra da cui era entrato e iniziò a correre in quella direzione.
«Torna a trovarmi, mi raccomando!» urlò la bambina prima che
lo scoiattolo sparisse nella fessura.
Da quel giorno Grillo tornò a trovare Alice tutti i giorni.
Dapprima spiava guardingo dalla finestra e poi si arrampicava nella fessura e
con un bel salto atterrava sul tappeto e iniziava a correre per la stanza. La
camera si riempiva della risata della bambina e il piccolo scoiattolo si
sentiva riscaldato da quel suono melodioso. I giorni si colorarono di felicità
e, in modo inconsapevole, Grillo scoprì cosa voleva dire avere un’amica.
Un giorno, come di consueto, si arrampicò sulla finestra ma
la trovò chiusa e con le tende tirate. Rimase interdetto e cercò di capire il
motivo di quel cambiamento. Provò a correre più volte sul vetro per trovare la
fessura che utilizzava sempre per entrare ma non trovò niente. Si fermò
immobile vicino alla finestra e il suo cuoricino iniziò a battere furiosamente.
Sentì di non poter far niente per cambiare la situazione e questa sensazione di
impotenza gli ricordò un episodio del passato in cui si era sentito triste
nello stesso modo.
Si rivide cucciolo e si ricordò che in quel periodo viveva
con i suoi genitori e i suoi fratelli in una tana scavata nel tronco di una
quercia. Lui, quel giorno, era uscito dalla tana alla ricerca delle nocciole di
cui era ghiotto. Il nocciolo non era lontano e la sua mamma gli aveva dato il
permesso di andarci da solo. Ad un certo punto però, mentre era intento a
raccogliere quei frutti deliziosi, un odore pungente di fumo si era insinuato
nelle sue narici, Grillo aveva alzato lo sguardo e si era reso conto che parte
del bosco era in fiamme. Immediatamente era corso vicino alla sua tana ma
l’albero era avvolto dal fuoco e non era riuscito ad avvicinarsi.
«Grillo scappa!» gli aveva urlato la mamma «corri più veloce
che puoi e non ti fermare.» Grillo aveva guardato la mamma che si sbracciava
dalla tana, tossendo per il fumo che la circondava.
«Corri via! Cosa aspetti?» gli aveva urlato di nuovo.
Grillo allora aveva iniziato a correre ed era fuggito da
tutto quello che conosceva e che amava. Non aveva più rivisto la sua famiglia e,
da quel giorno, non aveva più smesso di correre; si era convinto che in questo
modo la tristezza non lo avrebbe mai raggiunto.
In quel istante, Grillo si ritrovò di fronte alla finestra
sbarrata e la sensazione di impotenza lo travolse lasciandolo senza fiato. “Cos’era successo alla bambina? Dov’era
andata?” si chiese preoccupato. Si voltò di scatto pronto a fuggire via
quando una voce allegra lo chiamò dal cortile. Grillo abbassò gli occhi e la
vide: Alice era sotto in giardino e un sorriso le illuminava il volto:
«Hai voglia di giocare con me, scoiattolo? Se vuoi possiamo
correre insieme.»
Grillo non se lo fece ripetere e con il cuore colmo di gioia
le corse incontro, abbandonando tutti i cattivi pensieri che prima l’avevano
travolto. I due corsero nel bosco e le risate della bambina e gli squittii
dello scoiattolo svegliarono tutti gli animaletti che dormivano nelle loro tane
i quali riconobbero Grillo e videro che era molto cambiato dall’ultima volta
che l’avevano visto; i suoi occhi erano diversi, brillavano di più ed erano
meno cupi. Grillo aveva smesso di scappare e aveva ricominciato a vivere. Da quel
giorno tanti animaletti divennero suoi amici e Grillo smise di fuggire e si
fermò nella vita che si era scelto.
Si può correre per
scappare oppure per divertirsi con gli amici. Si può decidere di non lasciarsi
più coinvolgere per non rischiare di essere tristi. Oppure ci si può tuffare
nella vita accettando di correre il rischio, nonostante tutto. La scelta sta a
noi!
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