sabato 10 settembre 2016

Grillo, lo scoiattolo che non si fermava mai

GRILLO, LO SCOIATTOLO CHE NON SI FERMAVA MAI



C’era una volta uno scoiattolo che non stava mai fermo. Non so precisamente come si chiamasse ma so che tutti l’avevano soprannominato Grillo, proprio perché saltava da un posto all’altro senza fermarsi mai. Saliva sugli alberi, scendeva saltando giù dai rami più alti, si intrufolava nelle tane degli animali e correva intorno alle provviste e poi si precipitava fuori, veloce come un fulmine.
Grillo era arrivato nel bosco del Merlino in una sera d’estate e nessuno sapeva da dove provenisse. Spesso gli animali avevano cercato di parlargli ma dovevano urlare le loro domande mentre Grillo passava vicino a loro correndo e il vento copriva tutte le sue risposte. Ad un certo punto, stanchi di non ottenere riscontro, lo lasciarono perdere e non gli fecero più domande. Grillo continuò a correre da solo e sembrava che non gli importasse di non avere amici.
Di giorno correva e di notte entrava nella sua tana. Non aveva una tana sugli alberi come tutti gli altri scoiattoli ma si riposava dentro a una palla di legno. Penso che fosse un casetta degli uccelli abbandonata però poco importa quale fosse il suo utilizzo originario perché, da quando Grillo l’aveva trovata ai piedi di una grande quercia, l’aveva utilizzata ogni notte per dormire. Si intrufolava attraverso una piccola apertura su un lato e si raggomitolava all’interno. Non stava fermo neanche quando dormiva e ogni notte la palla iniziava a rotolare, trasportandolo in una parte diversa del bosco. A Grillo questo fatto non importava, perché ogni punto del bosco andava bene per ricominciare a correre.
Una notte, all’improvviso, si scatenò un forte temporale. Il vento soffiava tra le chiome degli alberi e la tana di Grillo iniziò a ruotare velocemente lungo il sentiero. Lo scoiattolo non si accorse di nulla. Sognò di correre tra i rami e di compiere delle grandi acrobazie tra un albero e un altro. Al mattino tutto si fermò immobile. Grillo, come sempre, si stiracchiò uscendo lentamente dalla tana e aprì gli occhi. Stava per mettersi a correre quando si accorse che intorno a lui il bosco era sparito. Si trovava all’interno di una fattoria e c’erano dei muri alti che non gli permettevano di vedere oltre.  
Grillo rimase un istante attonito e poi cercò di scacciare via l’ansia nell’unico modo che conosceva: correndo. Iniziò ad arrampicarsi sui tetti per guardare il sole, poi scese e saltò sul cancello, si arrampicò sul muretto, corse vicino alle finestre, saltò sul dondolo e ridiscese. Iniziò ad esplorare la fattoria in lungo a in largo, in alto e in basso e corse in ogni angolo nascosto sentendosi il re di quello strano posto. Quasi senza accorgersene iniziò a divertirsi e non pensò più di essersi perso. Dimenticò la prudenza, si intrufolò attraverso una finestra che era rimasta socchiusa ed entrò in casa. Fu in quell’istante che Alice si svegliò e lo vide.
Alice era una bambina di sei anni e viveva con i suoi genitori in quella grande fattoria. Vicino alla sua casa non c’erano altri bambini e trascorreva le sue giornate correndo per i sentieri che circondavano la fattoria alla ricerca di animali con cui giocare. Fu per questo motivo che, quando vide uno scoiattolo entrare nella sua stanza, non si spaventò. Sperava che potesse diventare suo amico e si rallegrò.
Grillo invece non aveva mai visto una bambina e si spaventò tantissimo. Iniziò a correre in circolo nella stanza alla ricerca di una via d’uscita. Si arrampicò sul letto, corse sul comodino, si nascose dietro ai libri sullo scaffale e poi riprese di nuovo a correre, sempre più spaventato e atterrito.
«Ma tu non ti fermi proprio mai, piccolo scoiattolo?» disse la bambina scoppiando a ridere.
La stanza si riempì del suono del sua risata. Grillo  si fermò stupito in mezzo alla stanza: non aveva mai sentito un suono così dolce e per un attimo questo bastò a fermarlo. I suoi occhi si incollarono a quelli della bambina e tutta la paura si sciolse lasciando il posto ad una genuina curiosità. Grillo squittì e poi con la coda dell’occhio scorse la finestra da cui era entrato e iniziò a correre in quella direzione.
«Torna a trovarmi, mi raccomando!» urlò la bambina prima che lo scoiattolo sparisse nella fessura.
Da quel giorno Grillo tornò a trovare Alice tutti i giorni. Dapprima spiava guardingo dalla finestra e poi si arrampicava nella fessura e con un bel salto atterrava sul tappeto e iniziava a correre per la stanza. La camera si riempiva della risata della bambina e il piccolo scoiattolo si sentiva riscaldato da quel suono melodioso. I giorni si colorarono di felicità e, in modo inconsapevole, Grillo scoprì cosa voleva dire avere un’amica.
Un giorno, come di consueto, si arrampicò sulla finestra ma la trovò chiusa e con le tende tirate. Rimase interdetto e cercò di capire il motivo di quel cambiamento. Provò a correre più volte sul vetro per trovare la fessura che utilizzava sempre per entrare ma non trovò niente. Si fermò immobile vicino alla finestra e il suo cuoricino iniziò a battere furiosamente. Sentì di non poter far niente per cambiare la situazione e questa sensazione di impotenza gli ricordò un episodio del passato in cui si era sentito triste nello stesso modo.
Si rivide cucciolo e si ricordò che in quel periodo viveva con i suoi genitori e i suoi fratelli in una tana scavata nel tronco di una quercia. Lui, quel giorno, era uscito dalla tana alla ricerca delle nocciole di cui era ghiotto. Il nocciolo non era lontano e la sua mamma gli aveva dato il permesso di andarci da solo. Ad un certo punto però, mentre era intento a raccogliere quei frutti deliziosi, un odore pungente di fumo si era insinuato nelle sue narici, Grillo aveva alzato lo sguardo e si era reso conto che parte del bosco era in fiamme. Immediatamente era corso vicino alla sua tana ma l’albero era avvolto dal fuoco e non era riuscito ad avvicinarsi.
«Grillo scappa!» gli aveva urlato la mamma «corri più veloce che puoi e non ti fermare.» Grillo aveva guardato la mamma che si sbracciava dalla tana, tossendo per il fumo che la circondava.
«Corri via! Cosa aspetti?» gli aveva urlato di nuovo.
Grillo allora aveva iniziato a correre ed era fuggito da tutto quello che conosceva e che amava. Non aveva più rivisto la sua famiglia e, da quel giorno, non aveva più smesso di correre; si era convinto che in questo modo la tristezza non lo avrebbe mai raggiunto.
In quel istante, Grillo si ritrovò di fronte alla finestra sbarrata e la sensazione di impotenza lo travolse lasciandolo senza fiato. “Cos’era successo alla bambina? Dov’era andata?” si chiese preoccupato. Si voltò di scatto pronto a fuggire via quando una voce allegra lo chiamò dal cortile. Grillo abbassò gli occhi e la vide: Alice era sotto in giardino e un sorriso le illuminava il volto:
«Hai voglia di giocare con me, scoiattolo? Se vuoi possiamo correre insieme.»
Grillo non se lo fece ripetere e con il cuore colmo di gioia le corse incontro, abbandonando tutti i cattivi pensieri che prima l’avevano travolto. I due corsero nel bosco e le risate della bambina e gli squittii dello scoiattolo svegliarono tutti gli animaletti che dormivano nelle loro tane i quali riconobbero Grillo e videro che era molto cambiato dall’ultima volta che l’avevano visto; i suoi occhi erano diversi, brillavano di più ed erano meno cupi. Grillo aveva smesso di scappare e aveva ricominciato a vivere. Da quel giorno tanti animaletti divennero suoi amici e Grillo smise di fuggire e si fermò nella vita che si era scelto.


Si può correre per scappare oppure per divertirsi con gli amici. Si può decidere di non lasciarsi più coinvolgere per non rischiare di essere tristi. Oppure ci si può tuffare nella vita accettando di correre il rischio, nonostante tutto. La scelta sta a noi!

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