giovedì 19 maggio 2016

Nero Liquido









Era la sera di San Valentino, notte densa di promesse e di attese. Planai nel cielo e mi fermai su un ramo vicino. Come tutte le sere aspettai il suo arrivo.
Lo vidi uscire di casa e, con un brivido lungo il corpo, avvertii subito la sua tensione. I suoi occhi neri squadrarono il cielo plumbeo e si fermarono a scrutare qualcosa di indefinito, lungo il sentiero che si inerpicava ad est. Poi si incollarono ai miei, facendomi sprofondare nella notte più buia. Si mise in cammino e io, come fedele servitore, lo seguii, volando a mezz’aria.
I suoi passi erano lenti e il suo mantello strisciava sul terreno, sibilando come un serpente. Il cinguettio degli uccellini svaniva al suo passaggio e i tronchi sembravano curvarsi per lasciare spazio al vuoto che lo circondava. Ad ogni suo passo, l’erba fremeva e si tingeva di nero, assopendosi lentamente. Sciami di lucciole si alzavano in volo, colorando la notte di un insolito mistero.
Tenendomi discosto da lui, avvertii la sua inquietudine. Lo vidi sospirare e un barlume di incertezza colorò i suoi occhi, facendolo tremare.
Il vento iniziò a soffiare, scompigliando l’intero bosco. I rami degli alberi, come scheletri raccapriccianti, si mossero alla brezza della sera. Le chiome si dischiusero facendo intravedere pezzi di cielo. Fu in quell’istante che la vide.
La Luna brillava nel cielo, altezzosa e immobile. Sembrava lontana e irraggiungibile, come una dea di mondi lontani, mai sfiorata da pensieri inconsistenti.
Il Buio sospirò e rallentò il suo passo, rimirandola da lontano. All’improvviso scosse il mantello con un movimento frenetico e ricominciò ad avanzare nel bosco, aumentando il passo per giungere il prima possibile alla meta. Il mondo intero avvertì la sua emozione e sbandò, in bilico, rischiando di cadere giù.
Il sentiero iniziò ad arrampicarsi sulla collina e gli alberi si strinsero l’uno all’altro, come una cupola nera di serpenti intricati. L’aria divenne rarefatta e il legno dei tronchi stridette nel silenzio, lanciando un ultimo urlo di malinconia.
Sentii il suo turbamento crescere e per un istante temetti per le sorti del mondo. Incauto, il Buio ricominciò a camminare, sbattendo i piedi sul terreno, che scricchiolava sotto lo scarpone. Raggiunse la sommità della collina e lì si fermò, a riprendere fiato. Le stelle erano puntellate al cielo e vibravano, lasciandosi sommergere dall’emozione. La Luna non si vedeva da nessuna parte.
La strada virò a sinistra, e lui iniziò a scendere giù, attirato, come un magnete, dal lago che brillava là sotto. Il silenzio divenne assoluto e il Buio si arrese all’inquietudine e iniziò a correre. Il suo volto si colorò di un dolce sorriso quando i suoi scarponi entrarono in acqua. La Luna era in mezzo al lago, e lo stava aspettando. Continuò a procedere, lasciandosi abbagliare dalla sua luce. La sua forma iniziò a mutare diventando sempre più liquida. Luce e Buio si sciolsero insieme, ed iniziarono ad amarsi.
Io planai verso un ramo vicino e mi avvolsi nelle mie piume. La notte di San Valentino aveva dischiuso il suo mistero. L’universo intero avrebbe tratto beneficio dall’armonia degli opposti. Presto sarebbe sorta una nuova primavera.


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