LA CACCIA AL TESORO DELLE PAROLE
Sono stati giorni indaffarati questi appena trascorsi.
Giorni in cui non c’era tempo di alzarsi presto per sedersi davanti al computer
e iniziare a scrivere. Queste mattine mi sono sembrate incomplete, perché ormai
il mio momento di scrittura è diventato una necessità, un bisogno primario come
l’aria che respiro.
È bello potersi fermare di fronte a sé stessi e trovare il
tempo per ascoltarsi un po’ più a fondo. Alla fine il mestiere dello scrittore
non è che questo continuo spiarsi alla ricerca delle diverse sfumature della
vita. Quando scrivo il mio corpo diventa uno strumento attraverso il quale
escono liberamente le parole, come note musicali tratte da una delicata
melodia. A volte mi capita di chiudere gli occhi davanti allo schermo e di
cercare dentro di me le frasi che si nascondono negli angoli bui della mia
anima; bisogna scovarle e tirarle fuori lasciando al respiro l’onere di
renderle tangibili. Scrivere è un po’ come partecipare a una grande caccia al
tesoro dentro di sé che permette, ad ogni indizio, di conoscersi un po’ di più.
Quando scrivo ho la sensazione di provenire da lontano e di essere intimamente
collegata ad ogni essere vivente dell’universo. Scrivo per tenere insieme i
pezzi ma lo faccio soprattutto perché mi fa stare bene e mi rende felice.
Scrivo per riscoprirmi intera, nonostante tutto…
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