DOVE VANNO A FINIRE I CALZINI #20
RIASSUNTO DELLE PUNTATE PRECEDENTI
Pinco e Pixi sono due calzini. Trascorrono le loro giornate su uno scaffale girevole in un negozio di abbigliamento. Un giorno vengono accidentalmente divisi. Pixi viene catturata da una grande mano e portata in una casa a lei estranea. Questa è la casa di una ballerina e Pixi si ritrova indossata nel piede destro, la musica parte e la danza ha inizio. Pixi viene travolta da queste nuove sensazioni, inizia a sentirsi leggera e ad un certo punto si lascia andare, lasciandosi travolgere dal ritmo delle note. Le sue giornate trascorrono tra lavaggi, stendini e sessioni di ballo. Conosce Jack in uno di quei momenti in cui è stesa ad asciugare. Una sera vede una luce sotto l'armadio, si avvicina e sente una musica martellante. Facendosi coraggio entra. Jack la scorge e si avvicina e le da il benvenuto nel covo dei calzini scartati. I due diventano amici e ogni sera si incontrano al bancone del bar e iniziano a conoscersi, chiacchierando tutta la notte. Jack un giorno le racconta della prima volta che aveva attraversato il filtro e si era ritrovato davanti il mare, conoscendo Sam, il suo più grande maestro di vita. Pixi lo ascoltò in silenzio, lasciandosi trasportare lontano dalle sue parole.
EPISODIO #20 IL BISOGNO DI CAMBIARE
Dopo quel giorno le parole di Jack mi ritornarono in mente diverse volte. Il tarlo della partenza si instillò nella mia mente quella sera, ma io non me ne resi conto subito. Nei giorni seguenti, continuai a svolgere le medesime attività, ma la mia mente cominciò a sorvolare oltre quello che facevo, alla ricerca di nuovi stimoli. Avevo bisogno di scoprire ciò che potevo diventare e il fatto stesso di addentrarmi nelle mie infinite possibilità mi lasciava stranita. Volevo scoprire fin dove potevo spingermi, quali erano i miei limiti e se in qualche modo potevo superarli.
La mia vita quotidiana continuava a ripetersi sempre uguale a stessa: ballo – lavatrice – stendino – covo. Fu all'improvviso che mi resi conto che il mio entusiasmo stava diminuendo sempre più. All'inizio l’evidenza di tale pensiero mi sconvolse: i cambiamenti mi spaventavano e una parte di me avrebbe voluto starsene lì dov'era, accettando il fatto che tutto rimanesse uguale. Il mio equilibrio però si era rotto e ciò che avevo non mi bastava più.
Ci vollero settimane prima che accettassi questo pensiero, accogliendo il rischio che si celava dietro al cambiamento.
«Voglio attraversare il filtro Jack. Mi puoi aiutare?» gli dissi una sera all'improvviso.
Jack mi fece un cenno di assenso con la testa e mi guardò con uno sguardo malinconico:
«Mi mancherai» disse con un filo di voce.
«Perché non vieni con me?» chiesi. La domanda mi uscì dalla bocca all'improvviso e io non riuscii a trattenerla. Mi resi conto solo in quell'istante di provare qualcosa per lui e la profondità di quel sentimento mi fece vacillare. Mi sentii in colpa nei confronti di Pinco e una sensazione d’ansia mi travolse.
«Dimenticati ciò che ti detto» dissi allontanandomi da Jack velocemente.
Mi nascosi dietro ad una tenda e iniziai a piangere.
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