IL MIO PRIMO GIORNO AL CASTELLO
La prima volta che entrai in un castello vero avevo quattro
anni. Mi ricordo che quando scesi dalla macchina ero emozionato e mi guardavo
intorno con curiosità.
«Mamma, ma ci sarà il ponte levatoio?»
«Penso di sì» mi disse lei.
A passi rapidi ci avvicinammo al castello e io vidi spuntare
tra gli alberi una grande torre squadrata che mi sembrava forte ed
inespugnabile. La strada era in salita e c’erano degli alti scalini in pietra
da superare. Io cercai di non prestare troppa attenzione alla stanchezza e
proseguii oltre, riempiendomi gli occhi di tutta quella meraviglia.
Arrivammo su un camminamento che circondava le mura del
castello. Il sentiero si affacciava su un burrone e grosse rocce in pietra si
intravedevano tra il fogliame. Un brivido mi percorse la schiena e fu in quell'istante che mi accorsi che stavo vivendo una vera e propria avventura. In
mezzo allo strapiombo, scorreva un piccolo fiumiciattolo che si intrufolava
nella gola come un serpente sinuoso.
Varcai l’ingresso quasi trattenendo il fiato, immaginando di essere un cavaliere che ritornava a casa dopo molti anni trascorsi in battaglia. Ovunque girassi gli occhi respiravo maestosità ed fastosità. Papà mi indicò le feritoie e mi disse che da lì gli arcieri sparavano le frecce per difendere il castello da attacchi nemici. Mi immaginai soldati in assalto con le armi in pugno, pronti a combattere e mi sembrò di sentire il rumore delle spade che sbattevano l’una contro l’altra e il suono sordo degli zoccoli che attraversavano il selciato.