Era una mattina di fine dicembre quando aprii gli occhi per
la prima volta e mi resi conto di esistere.
Il mondo era ricoperto da un mantello bianco, l’aria era pungente e
fredda, tutto era immobile e silenzioso.
Per un po’ rimasi fermo ad osservare quello che mi
circondava. Solo dopo alcuni minuti trovai il coraggio di compiere i primi
movimenti: prima le dita delle mani, poi le palpebre e infine cercai di
sollevare delicatamente un piede.
In quell’istante la porta della casa si aprì e due bambini
uscirono correndo e le loro risate mi fecero bloccare attonito. Una corrente
d’aria mi travolse facendomi quasi perdere l’equilibrio. Ritornai nella
posizione iniziale e il mio cuore rimbombò nel petto, atterrito.