domenica 31 gennaio 2016

Frammenti di noi

FRAMMENTI DI NOI



Vi è mai capitato di sentirvi totalmente a vostro agio in quello che state facendo? Di immergervi in una situazione e di avere la sensazione che il vostro respiro si fosse sintonizzato con quello dell’universo? Vi è mai successo di perdere la percezione del tempo e di sentirvi leggeri, immersi totalmente nel vostro elemento?

Esprimere liberamente il proprio essere in una situazione, sentirsi connessi con ciò che ci circonda, immergersi in una condizione di pienezza: nella vita non c’è niente di più affascinante.
È come se a volte scattasse qualcosa dentro di noi e come se riuscissimo, varcando una soglia immaginaria, a entrare in contatto con il nostro orologio interiore, l’unico che ci permetta di respirare davvero.

venerdì 29 gennaio 2016

Dove vanno a finire i calzini #7

DOVE VANNO A FINIRE I CALZINI


RIASSUNTO PUNTATE PRECEDENTI:
Pinco e Pixi sono due calzini. Trascorrono le loro giornate su uno scaffale girevole in un negozio di abbigliamento. Dialogano tra loro attraverso il filo di plastica che li unisce. Un giorno la porta del negozio si apre e lo scaffale inizia a girare. Una grande mano afferra i due calzini e li mette in un cestinetto con una gonna viola e una collana di perle. Tutti si mettono a urlare spaventati. Sul nastro trasportatore, Pinco cerca di scappare saltellando giù. Ad un certo punto però la grande mano lo afferra, accidentalmente rompe l'etichetta che lo teneva legato a Pixi e Pinco si ritrova da solo per terra. Pixi viene messa in una borsa e portata via. Pinco si ritrova solo. Ad un certo punto da un buco nel muro sbuca un coccodrillo. Pinco si spaventa, ma poi guardandolo bene si accorge che non era un vero coccodrillo, ma un calzino a forma di coccodrillo. Il nuovo arrivato si presenta: si chiama Drillo e non sembra molto pericoloso.

EPISODIO 7
-ALLA RICERCA DEL CORAGGIO-

Più il tempo passava, più continuavo a preoccuparmi per Pixi. Chissà dov’era finita? Stava bene? Ce la faceva senza di me? Preso dallo sconforto mi appoggiai a una gamba di una sedia. Drillo si sedette vicino a me e mi disse:
«Vorrei poterti aiutare, ma credo che ormai la tua amica sia persa per sempre.»
Io tirai su la testa di scatto e fissai il calzino a forma di coccodrillo:
«Io non smetterò mai di cercarla. Non mi stai aiutando molto sai? Non ho bisogno di calzini che mi tolgano tutte le speranze.»
Gli occhi di Drillo si riempirono all’istante di lacrime.
«Ma che fai? Piangi? Ma che coccodrillo sei?»
Per tutta risposta Drillo mi girò la schiena e continuò a piangere disperato, singhiozzando tra un respiro e l’altro. Io lo guardai basito e iniziai a chiedermi se fosse sano di mente oppure no.
Una luce che proveniva dalla strada illuminò all’improvviso la porta d’uscita. Senza pensarci troppo su, cercai di avvicinarmi per vedere se ci fosse modo di forzarla. Controllai l’apertura e cercai di spingere con tutte le mie forze. A quel punto Drillo iniziò a tirarmi per un braccio urlando a gran voce:
«Vieni via da lì! Ti prenderanno! È pericoloso!»

giovedì 28 gennaio 2016

Un vuoto da abitare


UN VUOTO DA ABITARE



Più volte in questi giorni mi sono fermata a pensare al significato della parola “Aggregazione” e vorrei condividere con voi le riflessioni che ne sono uscite fuori. Avete mai pensato a come la connotazione di un luogo possa variare a seconda dell’uso che se ne fa? I luoghi vengono giorno dopo giorno ridefiniti dagli individui stessi e la loro identità si ricostruisce in continuazione a seconda del modo in cui gli individui li utilizzano.

“I luoghi vuoti assumono il fascino di posti già vissuti e pronti ad essere ripensati. Sono un vuoto da abitare.”
Renzo Gallini

Credo che il modo migliore per farli rivivere sia attraverso l’aggregazione. I bambini, gli adolescenti e i giovani hanno bisogno di spazi che promuovano una crescita più libera, più autonoma, più dinamica. Devono sentire di potersi esprimere liberamente, senza il controllo degli adulti.

“Ecco dunque i gruppetti di giovanissimi ritrovarsi nelle piazze, seduti sui muretti, sulle scale di una chiesa, nei giardinetti vicino casa. Lo spazio informale è un luogo privilegiato nel quale i ragazzi si sperimentano nella fatica della crescita.”
Renzo Gallini

La sfida però di un educatore è quella di riuscire a creare un luogo di aggregazione a cui i giovani si avvicinino e che comincino a sentire come spazio proprio da connotare con i loro desideri e le loro passioni. 

E’ quello che è successo all’interno della ONLUS Lenci in quest’anno e mezzo di attività e ne sono molto felice. Finalmente vedo i ragazzi chiacchierare liberamente sotto al gazebo, oppure li vedo giocare, sentirsi a casa, fare gruppo e sentirsi parte di esso. Mi piace osservare come colorano i posti, come li scelgono e li fanno diventare parte di sé. Solo così i ragazzi riprendono contatto con l’altro e con sé stessi attraverso l’altro.
A volte basta solo stare a guardare…

“Darei ad ogni bambino le ali ma lo lascerei imparare, da solo, a volare.”

(Cit. G. Garcia Marquez)

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Copyright testo Laura Moscato
Foto reperita nel web

mercoledì 27 gennaio 2016

Passi nella notte

PASSI NELLA NOTTE



È notte. Non hai più sonno e i pensieri continuano a rimbombare nella tua mente, non lasciandoti tregua. Indossi la giacca ed esci nel silenzio e inizi a camminare. La città è più quieta, il caos del traffico è scomparso e i tuoi passi risuonano nel buio, rimbalzando sulle finestre serrate e sulle porte addormentate. Le strade sembrano diverse da quelle del giorno. Vaghi per i vicoli senza una meta precisa e ti lasci avvolgere dalle ombre come una civetta che vola silenziosa nel buio silente.

“Di notte ogni cosa assume forme più lievi, più sfumate, quasi magiche. Tutto si addolcisce e si attenua, anche le rughe del viso e quelle dell’anima.”
(Cit. Romano Battaglia)

lunedì 25 gennaio 2016

Limiti naturali

LIMITI NATURALI




Ieri ero in macchina, stavo andando in montagna con la mia famiglia; vicino a me c’era il libro che stavo leggendo  e il mio cellulare, compagni fedeli di ogni viaggio. Feci per prendere il libro ma il mio sguardo venne catturato dai colori rosati del cielo e dalle sfumature diverse di azzurro che si stagliavano all’orizzonte disegnando nel cielo i profili delle montagne. Feci un profondo respiro, abbandonai la testa all’indietro e decisi di godermi lo spettacolo senza fare assolutamente niente.  Mi lasciai invadere dalla bellezza del paesaggio e smisi per un po’ anche di pensare.

Tirai un sospiro di sollievo e mi lasciai invadere dalla bellezza, respirandola fino in fondo.

venerdì 22 gennaio 2016

Dove vanno a finire i calzini #6

DOVE VANNO A FINIRE I CALZINI #6


RIASSUNTO PUNTATE PRECEDENTI
Pinco e Pixi sono due calzini. Trascorrono le loro giornate su uno scaffale girevole in un negozio di abbigliamento. Dialogano tra loro attraverso il filo di plastica che li unisce. Un giorno la porta del negozio si apre e lo scaffale inizia a girare. Una grande mano afferra i due calzini, accidentalmente rompe l'etichetta che li teneva legati. Pixi viene messa in una borsa e portata via. Si ritrova in una nuova casa, con altre calze una diversa dalle altre e un pensiero la lascia sconcertata: dove sono finite tutte le calze destre?

EPISODIO 6
-RICOMINCIO DA QUA-
Non ebbi il tempo di trovare una risposta alla mia domanda che un rumore di passi si avvicinò e una mano mi staccò dallo stendino portandomi via.
Cercai di guardare di nascosto la persona che mi aveva afferrata e vidi che era una ragazza bionda e slanciata, che camminava in modo elegante e armonioso. Non so spiegarvi il motivo, ma ebbi subito un moto di simpatia nei suoi confronti e tale sensazione mi rasserenò l’animo per un istante. La ragazza si sedette sul letto, mi afferrò e mi indossò, prima che io avessi il tempo di protestare. La sensazione di pienezza che ne derivò mi lasciò stranita e confusa. Cosa mi stava succedendo?


Dove vanno a finire i calzini #5

DOVE VANNO A FINIRE I CALZINI #5


RIASSUNTO PUNTATE PRECEDENTI:
Pinco e Pixi sono due calzini. Trascorrono le loro giornate su uno scaffale girevole in un negozio di abbigliamento. Dialogano tra loro attraverso il filo di plastica che li unisce. Un giorno la porta del negozio si apre e lo scaffale inizia a girare. Una grande mano afferra i due calzini e li mette in un cestinetto con una gonna viola e una collana di perle. Tutti si mettono a urlare spaventati. Sul nastro trasportatore, Pinco cerca di scappare saltellando giù. Ad un certo punto però la grande mano lo afferra, accidentalmente rompe l'etichetta che lo teneva legato a Pixi e Pinco si ritrova da solo per terra. Pixi viene messa in una borsa e portata via. Pinco si ritrova da solo.

EPISODIO 5

-CONFUSIONE-

La prima volta che entrai in lavatrice persi i sensi dopo due giri del cestello. Mi risvegliai appesa a testa in giù, circondata da calze tutte di diverso colore.
Cercai di capire dove mi trovavo e, sgomenta, ricordai tutto quello che era successo: la mia separazione da Pinco, la borsa arancione che mi sballottava a destra e a sinistra, quel grosso animale a quattro ruote su cui mi avevano fatto salire e mi aveva portato qua, in questa casa grandissima ed estranea.

Dove vanno a finire i calzini #4

DOVE VANNO A FINIRE I CALZINI #4


RIASSUNTO PUNTATE PRECEDENTI:
Pinco e Pixi sono due calzini. Trascorrono le loro giornate su uno scaffale girevole in un negozio di abbigliamento. Dialogano tra loro attraverso il filo di plastica che li unisce. Un giorno la porta del negozio si apre e lo scaffale inizia a girare. Una grande mano afferra i due calzini e li mette in un cestinetto con una gonna viola e una collana di perle. Tutti si mettono a urlare spaventati. Sul nastro trasportatore, Pinco cerca di scappare saltellando giù. Ad un certo punto però la grande mano lo afferra, accidentalmente rompe l'etichetta che lo teneva legato a Pixi e Pinco si ritrova da solo per terra. Pixi viene messa in una borsa e portata via.

EPISODIO 4
-DRILLO-
Mi nascosi dietro la gamba di un tavolo e cercai di riflettere sul da farsi. Avevo visto sparire Pixi dalla porta del negozio, avrei voluto correre da lei ma non sapevo neanche dove iniziare a cercarla. Mi raggomitolai nell’angolo e mi lasciai prendere dallo sconforto.

Le ombre intorno a me iniziarono ad allungarsi e quando riaprii gli occhi mi resi conto che il negozio era buio e silenzioso. Sotto la grande porta scorsi una lama di luce e mi diressi in quella direzione. Improvvisamente sentii un movimento furtivo dietro di me e mi girai di scatto con il cuore che mi martellava nel petto. 

Dove vanno a finire i calzini #3

DOVE VANNO A FINIRE I CALZINI #3


RIASSUNTO PUNTATE PRECEDENTI:
Pinco e Pixi sono due calzini. Trascorrono le loro giornate su uno scaffale girevole in un negozio di abbigliamento. Dialogano tra loro attraverso il filo di plastica che li unisce. Un giorno la porta del negozio si apre e lo scaffale inizia a girare. Una grande mano afferra i due calzini e li mette in un cestinetto con una gonna viola e una collana di perle. Tutti si mettono a urlare spaventati.

EPISODIO 3
-IL NASTRO TRASPORTATORE-

La grande mano afferrò la gonna viola e io la sentii urlare e la vidi scomparire su un nastro nero che si muoveva da solo. Dopo toccò a noi, una mano ci afferrò in modo brusco e ci lasciò cadere; cercai di parlare a Pixi che si era lasciata andare in un torpore, rassegnata al nostro destino.
La scossi fino a farla riprendere e le dissi:
«Pixi, ascoltami, dobbiamo fare qualcosa, ti fidi di me?»
Lei mi fece un piccolo cenno di assenso con la testa.
«Ora fa' come faccio io» le dissi.

Dove vanno a finire i calzini #2

DOVE VANNO A FINIRE I CALZINI #2


RIASSUNTO PRIMA PUNTATA:
Pinco e Pixi sono due calzini. Trascorrono le loro giornate su uno scaffale girevole in un negozio di abbigliamento. Dialogano tra loro attraverso il filo di plastica che li unisce. Un giorno la porta del negozio si apre...

EPISODIO 2 
-IL DRAMMA HA INIZIO-

Un’aria frizzantina entrò nel negozio. Rabbrividii e mi resi conto che presto ci sarebbe stato il cambio stagione e io e Pixi saremmo stati messi di nuovo nello scatolone per lasciare spazio alle calze più pesanti.
Come tutte le volte lo scaffale iniziò a ruotare e i colori a mischiarsi. All’improvviso il mondo si fermò e io mi sentii afferrare da una grande mano. 
«Lasciami andare!» urlai con tutta la voce che avevo in gola e per lo sforzo incominciai a tossire. Pixi si strinse a me spaventata e la sentii ansimare attraverso la carta. 

mercoledì 13 gennaio 2016

Dove vanno a finire i calzini #1



DOVE VANNO A FINIRE I CALZINI #1



EPISODIO 1
PINCO E PIXI

Ciao a tutti, mi presento. Mi chiamo Pinco e sono un calzino. Avete la tentazione di chiudere il libro e andarvene? Vi capisco. Anch’io per molto tempo ho creduto di non avere niente di interessante da raccontare.
Sono nato insieme a Pixi, la mia compagna di vita e per un po’ ho pensato che niente e nessuno avrebbe potuto separarci. Eravamo legati. Un pezzo di carta ci teneva vicini, così stretti che a volte faticavamo a respirare. Avevamo imparato a respirare a turno: prima io e poi lei e poi di nuovo io e poi di nuovo lei. C’era una sintonia perfetta tra noi. I nostri pensieri viaggiavano lungo un filo di plastica, i miei occhi si vedevano riflessi in lei e mi bastava guardarla e sentirmi uguale, per essere sicuro di esistere. 

La felicità di una mamma



LA FELICITA’ DI UNA MAMMA
Racconto di Laura Moscato #5


Oggi ho avuto l’opportunità di parlare con la mamma di un bambino e una sua frase mi ha colpito: “Adesso che sono una mamma la mia felicità sono i miei figli”. Mentre lei continuava a raccontarmi di come corresse tutto il giorno per portare il figlio a calcio, a catechismo e a tutte le altre attività extrascolastiche senza più avere tempo per sè, nel silenzio della mia mente mi sono chiesta se tutto questo fosse giusto. La felicità di una mamma è sicuramente collegata a quella del figlio, ma forse impostare la propria vita sulla convinzione che sia sufficiente prendersi cura di qualcun altro per essere felice non è la strada giusta. 


Una nuvola nel bosco


UNA NUVOLA IN UN BOSCO
Racconto di Laura Moscato 



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Oggi vi propongo un racconto che ho scritto con i bambini del servizio educativo che gestisco all'interno della O.N.L.U.S. Lenci. Questa storia è per loro ed è grazie a loro che è nata. I bambini sono la mia primaria fonte di ispirazione e ogni giorno di più mi rendo conto di quanto sia emozionante e illuminante il mio lavoro da educatrice. Detto questo, buona lettura miei cari amici!
Scritto e illustrato in collaborazione con i bambini del servizio SP.AG.O., gestito dalla O.N.L.U.S. Lenci 
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C’era una volta una nuvola che si chiamava Clio e viveva nel paradiso delle nuvole; era nata da poco, in un mattino d’estate. Ogni giorno veniva accarezzata dal vento e i raggi del sole la scaldavano facendola volare in alto. Tutto intorno a lei era perfetto e sempre uguale a se stesso. 

martedì 12 gennaio 2016

Neve fresca

NEVE FRESCA
Racconto di Laura Moscato #3
Oggi vi propongo un gioco. Proviamo a fare un viaggio insieme, se vi lascerete trasportare sono sicura che per un attimo sarete altrove. Buon viaggio!



Immagina di entrare in un luogo immacolato, che è stato tutto ricoperto di neve. Intorno a te c'è solo silenzio: gli sci lasciano il segno del tuo passaggio, una firma sulla neve polverosa; in mezzo a quella distesa bianca e fresca hai l'impressione di volare, è come se fossi sospeso in mezzo alle nuvole. Tutto è bianco e immacolato. Il tempo si ferma e ci sei solo tu e la natura incontaminata che ti circonda. Il cielo è azzurro e i cristalli di neve si illuminano al sole; senti solo il fruscio degli sci che si perdono nel bianco. Non ci sono alberi intorno a te e in lontananza le nuvole si mischiano alla neve rendendo l’atmosfera magica e irreale.

Il nostro più grande tesoro

IL NOSTRO PIÙ GRANDE TESORO
Racconto di Laura Moscato #2




Ognuno possiede un grande tesoro e il più delle volte non si accorge neanche di averlo. Questo tesoro è il tempo presente.

“Viviamo quasi esclusivamente attraverso i ricordi e le anticipazioni e non ci rendiamo conto che il presente è tutto quello che abbiamo.”
-Eckart Tolle-

sabato 9 gennaio 2016

Il viaggio di un libro



IL VIAGGIO DI UN LIBRO







«Com’è nata “La casa tra le nuvole”?»
«Quando hai iniziato a scrivere questo libro?»
Credo di non poter rispondere a questa domanda senza tornare indietro di molti anni.


La prima volta che iniziai ad accarezzare seriamente la possibilità di diventare scrittrice avevo dodici anni. Fu un professore delle medie a dirmi che quella sarebbe potuta essere la mia strada. Nella vita di una persona, ci sono delle frasi che iniziano a risuonare dentro, come se all’improvviso il nostro essere si rendesse conto della veridicità di quell’affermazione. Quello che mi disse quel professore mi attraversò come un lampo, trasformandomi irrimediabilmente. Credo che iniziai a scrivere il mio libro a dodici anni, e da quel momento non smisi più.



"Esistono amori che sfidano lo spazio e il tempo e si impongono per la loro inevitabilità. 
È quello che succede a Viola, la protagonista di questa storia, quando si ritrova da sola con le due persone più importanti della sua vita e nasce in lei l'urgenza di rispondere ad una sola domanda: si possono amare due uomini nello stesso momento? 
In un continuo andirivieni fra reale e tempo della memoria, Viola troverà la soluzione tanto cercata, non senza fare i conti con le ombre e le luci del suo passato."
-LA CASA TRA LE NUVOLE- Laura Moscato

La casa tra le nuvole

"Arriva un momento nella vita in cui non rimane altro da fare che percorrere la propria strada fino in fondo. Quello è il momento d'inseguire i propri sogni, quello è il momento di prendere il largo, forti delle proprie convinzioni."

Sergio Barbaren








Grazie a Rita Cioce, Daniel Balzan e Gaetano Virgallito!